LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è inefficace

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un condannato per spaccio. Il motivo è che l’appello non ha contestato validamente le motivazioni della sentenza precedente, che negava un’attenuante per mancata collaborazione concreta con la giustizia. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Dovere di Contestazione Specifica

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un’impugnazione, se non correttamente formulata, possa portare a un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un individuo condannato per reati legati agli stupefacenti che ha tentato di ottenere uno sconto di pena appellandosi alla Corte di Cassazione, ma senza successo. La decisione sottolinea un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso deve confrontarsi direttamente e specificamente con le motivazioni della sentenza che intende contestare.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Firenze a tre anni e quattro mesi di reclusione e 20.000 euro di multa per violazione della legge sugli stupefacenti (art. 73, commi 1 e 4, D.P.R. 309/1990), ha presentato ricorso per cassazione. L’unico motivo di appello era la presunta ‘manifesta illogicità’ della motivazione con cui i giudici di merito avevano negato la concessione della circostanza attenuante prevista dal comma 7 dello stesso articolo, spesso legata a una collaborazione con le autorità.

L’Importanza della Motivazione nel Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha immediatamente dichiarato il ricorso inammissibile, non perché la richiesta fosse infondata in astratto, ma perché l’atto di impugnazione ignorava completamente il percorso logico-giuridico seguito dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, prima di decidere, si era attivata per verificare la concretezza della presunta collaborazione dell’imputato. Aveva assunto informazioni presso la Procura della Repubblica competente, scoprendo che l’imputato non aveva aggiunto nulla di nuovo o di utile a quanto già noto agli investigatori. In sostanza, la sua ‘collaborazione’ era stata priva di qualsiasi aiuto concreto per le indagini.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha evidenziato che il ricorso non teneva conto di questa fondamentale verifica istruttoria compiuta dal giudice d’appello. Un’impugnazione efficace non può limitarsi a ripetere le proprie tesi, ma deve smontare punto per punto le argomentazioni della sentenza impugnata. Non avendolo fatto, il ricorso si è rivelato generico e, di conseguenza, inammissibile.
A questa declaratoria, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, sono seguite due conseguenze patrimoniali per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, poiché la Corte ha ritenuto che l’appello fosse stato proposto ‘senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione: non è sufficiente lamentare un’ingiustizia. È necessario dimostrare, attraverso una critica puntuale e argomentata, dove e perché la sentenza precedente ha sbagliato nel suo ragionamento. Ignorare le motivazioni del giudice di grado inferiore equivale a presentare un ricorso destinato al fallimento, con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni. La decisione serve da monito sulla necessità di una difesa tecnica precisa e attenta, che dialoghi criticamente con le decisioni giudiziarie anziché ignorarle.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non contestava specificamente le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello. In particolare, ignorava il fatto che la Corte d’Appello avesse già verificato l’assenza di un concreto aiuto investigativo da parte dell’imputato, rendendo la sua doglianza generica.

Qual era il motivo di appello presentato dal ricorrente?
Il ricorrente lamentava la ‘manifesta illogicità’ della motivazione con cui i giudici avevano rifiutato di concedergli la circostanza attenuante prevista dall’art. 73, comma 7, del d.P.R. n. 309/1990, legata alla collaborazione con le autorità.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati