LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8483/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza e lesioni. La decisione si fonda sulla constatazione che l’imputato si era limitato a riproporre le stesse doglianze già respinte in appello, senza contestare specificamente le motivazioni della sentenza impugnata. Tale genericità ha portato alla conferma della condanna e all’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Requisiti di Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede non solo una profonda conoscenza del diritto, ma anche una precisa tecnica argomentativa. Quando un ricorso è vago, generico o semplicemente ripetitivo di quanto già discusso, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile. Con la recente ordinanza n. 8483/2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: per contestare una sentenza, non basta dissentire, ma occorre confrontarsi criticamente con le motivazioni dei giudici dei gradi precedenti. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

Il Contesto Processuale

Il caso trae origine da una condanna emessa in primo grado e confermata dalla Corte d’Appello di Palermo per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali (artt. 337, 582-585 c.p.). L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, ha proposto ricorso per cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della condanna. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato netto e sfavorevole al ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle accuse, ma si è fermata a un esame preliminare della struttura e del contenuto dell’atto di impugnazione. I giudici hanno rilevato che i motivi presentati dall’imputato erano una mera riproduzione delle stesse doglianze già formulate nell’atto di appello, le quali erano state respinte dalla Corte territoriale con una motivazione ritenuta logica e coerente.

L’Importanza della Specificità nel Ricorso: Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono il fulcro della decisione e offrono una chiara lezione sulla tecnica redazionale dei ricorsi. La Corte ha evidenziato come il ricorrente si sia limitato a contestare in termini ‘aspecifici’ le conclusioni dei giudici di merito, senza un reale confronto critico.

La Ripetizione dei Motivi d’Appello

Il vizio principale del ricorso risiedeva nella sua natura ripetitiva. Invece di attaccare specificamente i passaggi argomentativi della sentenza d’appello che avevano portato alla conferma della condanna, la difesa ha semplicemente riproposto le stesse argomentazioni. Questo approccio, secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nell’ordinanza (ex multis, Sez. 2, n. 27816 del 2019), trasforma il ricorso per cassazione in un tentativo inammissibile di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Il Principio di Diritto Affermato

La Corte ribadisce che il ricorso è inammissibile quando non si confronta criticamente con le ragioni della decisione impugnata, ma si limita a lamentare in maniera generica e assertiva una presunta carenza o illogicità della motivazione. È necessario, invece, individuare il punto debole del ragionamento del giudice precedente e dimostrare, attraverso argomentazioni giuridiche precise, perché tale ragionamento sarebbe errato.

Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile: Le Conclusioni

Le conclusioni della Corte non lasciano spazio a dubbi. La declaratoria di inammissibilità comporta non solo l’impossibilità di esaminare il merito della questione, ma anche conseguenze economiche dirette per il ricorrente. In questo caso, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito: la redazione di un ricorso per cassazione è un’attività che richiede massima precisione e specificità. Un ricorso generico non è solo inefficace, ma può anche risultare economicamente svantaggioso per l’assistito.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso per cassazione è considerato inammissibile quando, come nel caso di specie, si limita a riproporre gli stessi motivi già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente e specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata.

È sufficiente lamentare una generica illogicità della motivazione per ottenere l’annullamento di una sentenza?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che limitarsi a lamentare una presunta carenza o illogicità della motivazione in maniera generica e assertiva, senza un confronto critico con il provvedimento impugnato, rende il ricorso inammissibile.

Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso dichiarato inammissibile?
Chi propone un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati