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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo la mancanza di prove sulla sua effettiva guida. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l’atto si limitava a riproporre le stesse censure già respinte in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza di secondo grado. Questo caso sottolinea il principio secondo cui l’impugnazione deve essere una critica argomentata e specifica, non una mera ripetizione.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega Perché un Appello Generico Viene Rigettato

Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente dissentire dalla decisione; è necessario spiegare il perché in modo specifico e puntuale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un ricorso possa essere respinto non per l’infondatezza delle ragioni, ma perché strutturato in modo errato, risultando in un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza che ha visto la sua impugnazione naufragare per non aver adeguatamente criticato le motivazioni della Corte d’Appello.

I Fatti: La Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza

La vicenda processuale ha origine con la condanna di un automobilista da parte del Tribunale di Ascoli Piceno per il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. La pena inflitta era di due mesi di arresto e 800,00 euro di ammenda. La condanna veniva successivamente confermata dalla Corte di Appello di Ancona.

La Difesa dell’Imputato

L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di proporre ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la violazione dell’art. 186 del Codice della Strada. Secondo la difesa, la responsabilità penale era stata erroneamente configurata poiché mancava la prova che egli avesse effettivamente guidato il veicolo. La sua tesi si fondava sul fatto che l’autovettura era stata trovata ferma e non in movimento, elemento che, a suo dire, rendeva incerta la condotta di guida.

Il Ricorso in Cassazione e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza nemmeno entrare nel merito della questione sollevata. La decisione si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: la funzione dell’impugnazione è quella di una ‘critica argomentata’ al provvedimento che si contesta. Un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte nel grado di giudizio precedente.

La Funzione dell’Impugnazione: La Necessità di una Critica Specifica

Gli Ermellini hanno ribadito che, ai sensi degli artt. 581 e 591 del codice di procedura penale, i motivi di impugnazione devono indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono la richiesta. È essenziale un confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata. Se il motivo di ricorso, come nel caso di specie, non si confronta con la motivazione del giudice d’appello, perde la sua funzione e diventa inevitabilmente inammissibile.

le motivazioni

La Corte ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ‘congrua e logica’ per ritenere provato che l’imputato avesse effettivamente movimentato l’autovettura. Il ricorso presentato in Cassazione, invece, si era limitato a reiterare le medesime considerazioni critiche già espresse nell’atto di appello, ignorando completamente la risposta argomentativa fornita dai giudici di secondo grado. Citando una consolidata giurisprudenza, la Corte ha sottolineato che un ricorso che si limita a lamentare una generica ‘carenza o illogicità della motivazione’ senza un confronto critico è destinato all’inammissibilità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende.

le conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un importante monito per la pratica legale. Evidenzia che la redazione di un atto di impugnazione richiede un’analisi approfondita non solo dei fatti, ma soprattutto delle motivazioni della sentenza che si intende contestare. La semplice riproposizione di argomenti già vagliati, senza una critica specifica e pertinente alla logica giuridica seguita dal giudice precedente, costituisce una strategia difensiva inefficace che conduce a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente aggravio di spese per l’imputato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e motivatamente respinte in appello, senza confrontarsi criticamente e in modo specifico con le motivazioni della sentenza impugnata.

Qual è la funzione tipica di un’impugnazione secondo la Corte?
Secondo la Corte, la funzione tipica dell’impugnazione è quella della ‘critica argomentata’, ovvero un confronto puntuale con le argomentazioni del provvedimento contestato, indicando specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, la legge prevede la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in euro 3.000,00.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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