Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Genericità dei Motivi
Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente ripetere le proprie ragioni. È fondamentale confrontarsi criticamente con la decisione del giudice precedente. In caso contrario, si rischia una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione. È quanto emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso di un imputato condannato per violazioni al Codice della Strada.
Il Contesto del Caso Giudiziario
La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un soggetto per il reato previsto dall’articolo 116, commi 15 e 17, del Codice della Strada. A seguito della conferma della responsabilità penale anche da parte della Corte d’Appello, la difesa ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. Il motivo unico di ricorso si basava sulla presunta violazione dell’articolo 545 bis del codice di procedura penale.
Tuttavia, l’atto presentato non ha superato il vaglio preliminare della Suprema Corte, venendo immediatamente classificato come inammissibile.
L’Analisi del Ricorso Inammissibile da Parte della Corte
La Corte di Cassazione ha evidenziato una carenza fondamentale nell’atto di impugnazione. Invece di articolare una critica specifica e puntuale contro le argomentazioni della sentenza d’appello, la difesa si era limitata a riproporre le stesse censure già formulate nel precedente grado di giudizio. Questo approccio rende il ricorso generico e privo della necessaria specificità richiesta dalla legge.
Il Principio della Critica Vincolata
Nel nostro ordinamento processuale, l’impugnazione non è un’occasione per un nuovo e completo riesame del caso. Chi ricorre ha l’onere di individuare con precisione i punti della decisione che ritiene errati e di spiegare perché, confrontandosi direttamente con la motivazione del giudice che l’ha emessa. Un ricorso che ignora questo confronto, limitandosi a essere ‘meramente reiterativo’, non assolve alla sua funzione e viene quindi rigettato in rito, senza scendere nel merito della questione.
Le Motivazioni della Decisione della Cassazione
I giudici della Suprema Corte hanno motivato la loro decisione sottolineando come le deduzioni sviluppate nel ricorso fossero ‘destituite di fondamento’. Il punto centrale della motivazione risiede nel fatto che le censure erano una semplice ripetizione di quelle già formulate in appello. La Corte d’Appello le aveva a suo tempo disattese con una ‘motivazione congrua ed esaustiva’, ovvero completa e logicamente coerente. Il ricorrente, nel suo atto, non ha mai veramente contestato tale motivazione, eludendo di fatto il confronto critico. Per questa ragione, il ricorso è stato giudicato inammissibile, in quanto non idoneo a innescare una reale valutazione di legittimità da parte della Cassazione.
Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche
La conclusione della vicenda è netta: il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo non solo rende definitiva la condanna per la violazione del Codice della Strada, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. La Corte, infatti, lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per gli operatori del diritto: un’impugnazione deve essere un dialogo critico con la sentenza precedente, non un monologo che ripete argomenti già vagliati e respinti.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché è stato ritenuto meramente ripetitivo delle censure già formulate in appello, le quali erano state respinte con una motivazione congrua ed esaustiva con cui il ricorso non si è confrontato.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Qual era il reato per cui il ricorrente era stato condannato?
Il ricorrente era stato giudicato responsabile del reato previsto dall’articolo 116, commi 15 e 17, del Codice della Strada.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 38722 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 38722 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 03/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MAZARA DEL VALLO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 09/01/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il ricorso proposto a mezzo del difensore da COGNOME NOME, ritenuto responsabile nelle conformi sentenze di merito del reato di cui all’art. 116, commi 15 e 17, cod. strada.
Considerato che le deduzioni sviluppate nel motivo unico di ricorso, in cui la difesa lamenta la violazione dell’art. 545 bis cod. proc. pen., sono destituite di fondamento, essendo meramente reiterative di censure formulate in appello, disattese con motivazione congrua ed esaustiva con la quale i! ricorso non si confronta.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 3 ottobre 2024
Il Consigliere estensore