Ricorso Inammissibile: La Cassazione e l’Onere della Specificità dei Motivi
Presentare un ricorso in Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma affinché sia efficace, deve rispettare requisiti di precisione e specificità. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della loro assenza, come dimostra una recente ordinanza della Suprema Corte. In questo articolo, analizzeremo una decisione che ribadisce l’importanza di formulare motivi di ricorso chiari e pertinenti, pena il rigetto dell’impugnazione e l’addebito di spese e sanzioni.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da una condanna per furto aggravato in concorso, commesso in un’abitazione privata. La sentenza, emessa in primo grado dal Tribunale di una città del Sud Italia, era stata confermata dalla locale Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la propria responsabilità. In particolare, la difesa ha lamentato un presunto vizio di motivazione da parte dei giudici di secondo grado.
La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 3 ottobre 2024, ha messo fine alla vicenda processuale dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si concentra esclusivamente sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione presentato. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione tipica per i casi di inammissibilità.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile
La Corte ha fondato la sua decisione su un punto cardine: l’assoluta genericità dei motivi di ricorso. Secondo i giudici supremi, l’atto presentato dalla difesa era completamente scollegato dalla realtà processuale specifica. Il ricorrente si era limitato a lamentare una generica “carenza della motivazione” e un “mancato approfondimento istruttorio” da parte della Corte d’Appello, senza però fornire alcun elemento concreto a supporto di tali affermazioni. Mancavano riferimenti specifici al caso, alle prove discusse e al percorso logico-argomentativo seguito dai giudici di merito per giungere alla condanna. In sostanza, l’appello era una critica astratta e non un’analisi puntuale delle presunte falle della sentenza impugnata. Questo tipo di doglianza non rispetta i requisiti di legge, che impongono al ricorrente di spiegare chiaramente e dettagliatamente le ragioni per cui ritiene errata la decisione precedente.
Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Ben Argomentato
Questa ordinanza serve da monito sull’importanza fondamentale di redigere ricorsi specifici e ben argomentati. Non è sufficiente esprimere un dissenso generico con una sentenza di condanna. È necessario, invece, individuare con precisione i punti critici della decisione, confrontarli con le prove emerse nel processo e costruire un ragionamento giuridico solido che possa mettere in discussione la tenuta logica della motivazione del giudice. Un ricorso vago e astratto è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguenze non solo processuali (la condanna diventa definitiva) ma anche economiche per l’imputato.
Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa della sua assoluta genericità, in quanto era privo di riferimenti specifici al caso concreto e al percorso argomentativo della sentenza impugnata.
Cosa lamentava il ricorrente nel suo appello?
Il ricorrente si limitava a lamentare in modo generico la carenza della motivazione e il mancato approfondimento istruttorio, senza specificare quali aspetti della sentenza fossero errati o quali indagini andassero svolte.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 38376 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 38376 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 03/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MONTEBELLO IONICO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 09/05/2024 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
NOME COGNOME ha presentato ricorso avverso la sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria del 9 maggio 2024 di conferma della condanna del Tribunale di Reggio Calabria in ordine al reato di cui agli artt. 110, 624 bis, .625 comma 1 nn 2 e 7 cod. pen. commesso in Reggio Calabria il 22.05.2012.
Rilevato che il motivo di ricorso, con cui ha dedotto il vizio di motivazione in ordine all’affermazione della responsabilità, è inammissibile, in quanto prospetta deduzioni assolutamente generiche, prive di riferimenti al caso concreto e al percorso argomentativo della sentenza impugnata, limitandosi il ricorrente a lamentare la carenza della motivazione e il mancato approfondimento istruttorio.
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ammende.
Così deciso in Roma, il 3 ottobre 2024
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