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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per stupefacenti e una misura di sicurezza di espulsione. Il motivo risiede nella genericità dell’atto d’appello, che si limitava a riproporre le stesse argomentazioni del grado precedente senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello, violando i principi fondamentali del diritto processuale penale.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Requisiti Essenziali dell’Impugnazione

Quando si presenta un’impugnazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso. La legge richiede precisione e un confronto diretto con la decisione che si intende contestare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché meramente ripetitivo delle doglianze già sollevate in appello. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere la funzione dell’atto di impugnazione e le conseguenze della sua genericità.

I Fatti del Caso

Un individuo era stato condannato in primo grado dal G.U.P. del Tribunale di Prato a una pena di tre anni e dieci mesi di reclusione e 16.000 euro di multa per reati legati agli stupefacenti. Oltre alla pena detentiva, era stata applicata la misura di sicurezza dell’espulsione dello straniero dallo Stato, prevista dall’articolo 235 del codice penale.

La sentenza era stata confermata integralmente dalla Corte di Appello di Firenze. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione tramite il suo difensore, sollevando un unico motivo: una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo all’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione, sostenendo che non ne ricorressero i presupposti.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della questione (cioè, se la misura di sicurezza fosse giustificata o meno), ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. I giudici hanno riscontrato che i motivi presentati erano una semplice riproposizione delle stesse considerazioni critiche già contenute nell’atto di appello, senza un reale confronto con le argomentazioni fornite dalla Corte territoriale per respingerle.

In sostanza, l’imputato non ha criticato la sentenza di secondo grado, ma ha ignorato le sue motivazioni, ripresentando le medesime lamentele già esaminate e rigettate. Questo comportamento processuale rende il ricorso inammissibile per genericità.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un principio consolidato nella giurisprudenza. La funzione tipica di un’impugnazione è quella della critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Tale critica deve realizzarsi attraverso la presentazione di motivi specifici che indichino chiaramente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta.

Il contenuto essenziale di un atto di impugnazione, quindi, è il confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata. Se il ricorso, come nel caso di specie, non si confronta con la motivazione del giudice precedente, ma si limita a reiterare doglianze già respinte, viene meno la sua unica funzione. L’atto diventa un guscio vuoto, privo della sostanza critica richiesta dalla legge (artt. 581 e 591 c.p.p.), e non può che essere dichiarato inammissibile.

La Corte ha sottolineato che la Corte d’Appello aveva congruamente e logicamente motivato le ragioni della sussistenza della pericolosità sociale del soggetto, giustificando così l’applicazione della misura di sicurezza. Il ricorso avrebbe dovuto smontare specificamente quel ragionamento, non ignorarlo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per gli operatori del diritto. La redazione di un atto di impugnazione richiede uno studio approfondito della sentenza che si intende contestare. Non è ammissibile una strategia basata sul ‘copia e incolla’ dei motivi del precedente grado di giudizio. È necessario, invece, analizzare punto per punto le motivazioni del giudice e costruire una critica specifica, logica e giuridicamente fondata.

La conseguenza della presentazione di un ricorso generico non è solo il mancato esame nel merito della questione, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso è inammissibile quando è generico, ovvero quando si limita a riprodurre e reiterare gli stessi motivi già prospettati e respinti nel grado precedente, senza confrontarsi criticamente con gli argomenti specifici utilizzati nella sentenza impugnata.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la Corte di Cassazione?
La funzione essenziale è quella della critica argomentata e puntuale avverso il provvedimento che si contesta. L’atto deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono la richiesta, confrontandosi direttamente con le motivazioni della decisione impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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