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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi presentati sono generici e non si confrontano con la motivazione della sentenza impugnata. Il ricorrente, condannato per un reato minore in materia di stupefacenti, viene di conseguenza condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Ribadisce i Requisiti di Specificità

Un ricorso inammissibile rappresenta uno degli esiti più comuni e, allo stesso tempo, più insidiosi nel processo penale. Con la recente ordinanza n. 36838/2024, la Corte di Cassazione ha nuovamente sottolineato l’importanza della specificità dei motivi di impugnazione, pena la declaratoria di inammissibilità e la conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere quali requisiti deve possedere un ricorso per essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso: La Condanna e il Ricorso

Il procedimento trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Teramo nei confronti di un imputato, ritenuto colpevole del reato di lieve entità in materia di stupefacenti, previsto dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990. L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione. In particolare, ha sostenuto che il giudice di merito non avesse argomentato in alcun modo sulle possibili cause di proscioglimento previste dall’art. 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: la necessità che i motivi di impugnazione siano specifici e direttamente correlati alla motivazione della sentenza impugnata. Secondo i giudici, il ricorso presentato era sia generico che aspecifico.

L’Analisi della Genericità e Aspecificità del Motivo

La Suprema Corte ha chiarito che non è sufficiente lamentare un presunto vizio in termini astratti. L’atto di impugnazione deve instaurare un dialogo critico con la decisione che contesta. Nel caso di specie, il ricorrente non ha tenuto conto della motivazione della sentenza del Tribunale, che aveva fatto puntuale riferimento alle prove acquisite durante il processo. Un ricorso che ignora le affermazioni del provvedimento censurato, senza confutarle punto per punto, cade inevitabilmente nel vizio di aspecificità, rendendo impossibile per il giudice dell’impugnazione valutare la fondatezza delle censure.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile

Le motivazioni della Corte si basano su due pilastri. In primo luogo, viene richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui l’impugnazione è inammissibile per genericità dei motivi se manca qualsiasi indicazione della correlazione tra le ragioni addotte dal ricorrente e quelle poste a fondamento della decisione impugnata. In secondo luogo, la Corte ha ricordato che il proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 c.p.p. richiede “l’evidenza” della causa di non punibilità. Tale evidenza, che deve emergere chiaramente dagli atti senza necessità di ulteriori approfondimenti, era del tutto insussistente nel caso in esame. La censura del ricorrente era, quindi, non solo generica ma anche infondata nel merito della richiesta.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La declaratoria di inammissibilità ha avuto conseguenze economiche dirette per il ricorrente. Essendo l’inammissibilità riconducibile a una sua colpa (per aver presentato un ricorso privo dei requisiti di legge), la Corte lo ha condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, in linea con quanto previsto dalla legge e dalla giurisprudenza costituzionale (sent. n. 186/2000), è stato disposto il versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: l’accesso alla giustizia, specialmente in sede di legittimità, richiede rigore, precisione e una critica puntuale e argomentata del provvedimento che si intende contestare.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando manca ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dal ricorrente e quelle che fondano la decisione impugnata. In pratica, se non si confronta specificamente con la motivazione della sentenza, risulta inammissibile.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, se dovuta a colpa del ricorrente, comporta la sua condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in 3.000,00 euro.

Cosa si intende per ‘evidenza’ necessaria per un proscioglimento secondo l’art. 129 c.p.p.?
Per ottenere un proscioglimento ai sensi dell’art. 129 c.p.p., la causa di non punibilità deve essere evidente, cioè deve emergere in modo chiaro e inconfutabile dagli atti processuali, senza la necessità di ulteriori accertamenti o complesse valutazioni probatorie. Nel caso di specie, tale evidenza era del tutto assente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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