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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi erano generici, ripropositivi di doglianze già respinte o sollevavano questioni non dedotte in appello. Il caso riguardava una condanna per minaccia grave, con la Corte che ha confermato la valutazione sulla recidiva e sulla mancata applicazione della particolare tenuità del fatto a causa dei precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Lezione dalla Cassazione su Genericità e Specificità dei Motivi

Quando si presenta un’impugnazione, la forma è sostanza. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di vizi procedurali che ne impediscono l’esame nel merito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 31703/2024) offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi, la proposizione di questioni nuove e la mera riproduzione di argomenti già vagliati portino inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Il Contesto del Ricorso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva parzialmente riformato una decisione di primo grado, assolvendo l’imputato da un’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per un episodio del 2013 (per precedente giudicato) e riqualificando un’altra accusa di resistenza (per un fatto del 2015) in minaccia grave, rideterminando la pena in quattro mesi di reclusione. La Corte territoriale aveva inoltre confermato il giudizio di equivalenza tra le attenuanti generiche e la recidiva specifica contestata all’imputato.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Una presunta violazione di legge e vizio di motivazione riguardo all’affermazione di colpevolezza, contestando la credibilità della persona offesa.
2. Una critica alla severità della pena, con particolare riferimento all’ingiusto, a suo dire, riconoscimento della recidiva.
3. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ex art. 131-bis del codice penale.

Analisi dei Motivi e del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato ciascun motivo, giungendo per tutti alla medesima conclusione: l’inammissibilità. La decisione si fonda su principi procedurali cardine che ogni difensore deve tenere a mente nell’articolare un’impugnazione. Vediamo nel dettaglio perché ogni motivo è stato respinto.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende. La decisione si basa su una rigorosa applicazione delle norme che regolano il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive, evidenziando vizi procedurali insuperabili.

Primo motivo (colpevolezza): La Cassazione lo ha ritenuto inammissibile ab origine. La ragione è netta: la questione sulla valutazione della prova e sulla credibilità della persona offesa non era mai stata sollevata con i motivi d’appello. Il ricorso per cassazione non può introdurre temi nuovi che non siano stati sottoposti al giudice del grado precedente. L’appello si era concentrato solo sulla pena e sulla recidiva, e su quello si è pronunciata la Corte territoriale. Introdurre la questione della colpevolezza solo in Cassazione costituisce una violazione procedurale che porta all’inammissibilità.

Terzo motivo (particolare tenuità del fatto): Anche questa censura è stata giudicata inammissibile, sebbene per un profilo diverso. La Corte ricorda che la causa di non punibilità dell’art. 131-bis c.p. può essere rilevata d’ufficio dal giudice d’appello. Tuttavia, quando la difesa solleva specificamente questo punto nel ricorso, deve farlo in modo argomentato e specifico, evidenziando le lacune motivazionali della sentenza impugnata. Nel caso di specie, il ricorso era aspecifico: non solo non argomentava sulle ragioni che avrebbero dovuto portare al riconoscimento della tenuità, ma non spiegava nemmeno perché sussistessero i presupposti, come la non abitualità della condotta. Anzi, la sentenza impugnata aveva già dato conto dei numerosi precedenti penali, anche specifici, dell’imputato, un dato che per legge osta all’applicazione di tale beneficio.

Secondo motivo (trattamento sanzionatorio): Infine, il motivo sulla pena e la recidiva è stato liquidato come estremamente generico e meramente riproduttivo di doglianze già affrontate e respinte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva fornito una motivazione congrua, sottolineando i gravi e numerosi precedenti dell’imputato e la sua concreta pericolosità sociale come elementi che giustificavano sia la misura della pena sia il giudizio sulla recidiva. La Cassazione ribadisce il principio consolidato per cui la graduazione della pena è una scelta discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, è supportata da una motivazione logica e aderente ai criteri degli artt. 132 e 133 c.p.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza è un monito sull’importanza della tecnica redazionale delle impugnazioni. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche conseguenze economiche per l’assistito. Emerge con forza che:
1. I motivi di ricorso devono essere specifici e non generici.
2. Non è possibile introdurre in Cassazione questioni non devolute al giudice d’appello.
3. Criticare la valutazione del giudice di merito senza evidenziare un vizio logico o una violazione di legge si traduce in una censura inammissibile.

Per avere successo, un ricorso deve concentrarsi sui vizi di diritto della sentenza impugnata, argomentando in modo puntuale e pertinente, senza limitarsi a riproporre le stesse lamentele già respinte in secondo grado.

Perché il motivo sulla colpevolezza è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché sollevava una violazione di legge (relativa alla valutazione della prova) che non era stata dedotta con i motivi di appello. Il ricorso per cassazione non può ampliare l’oggetto del giudizio a questioni non sottoposte al giudice del grado precedente.

Perché non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Il motivo è stato ritenuto inammissibile perché aspecifico. Il ricorso non ha argomentato in modo puntuale la sussistenza dei presupposti, in particolare quello della non abitualità della condotta, che era anzi contraddetto dai plurimi precedenti penali specifici dell’imputato, come già evidenziato nella sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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