Ricorso inammissibile in Cassazione: il confine tra tentativo e consumazione del reato
Quando un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione rischia di essere respinto senza nemmeno un esame nel merito? Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi di appello e il rischio di un ricorso inammissibile. Il caso analizzato riguarda la sottile ma decisiva linea di demarcazione tra furto tentato e furto consumato, e come una ricostruzione fattuale ben consolidata nei gradi di merito possa diventare un ostacolo insormontabile per l’imputato.
I Fatti del Caso: Dal Doppio Furto alla Cassazione
Il protagonista della vicenda era stato condannato in primo grado per due distinti episodi di furto pluriaggravato: il primo consumato e il secondo tentato. La Corte d’Appello, intervenendo parzialmente sulla decisione, aveva dichiarato di non doversi procedere per il furto consumato a causa della mancanza di querela, rideterminando la pena per il solo tentato furto in otto mesi di reclusione e 400 euro di multa.
Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo: il mancato riconoscimento della forma tentata anche per il primo furto. Secondo la sua difesa, il tempestivo intervento delle forze dell’ordine aveva impedito il completamento dell’azione criminosa in entrambi i casi.
La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione (se il furto fosse tentato o consumato), ma si ferma a un livello procedurale precedente, sancendo che l’appello non aveva i requisiti minimi per essere esaminato. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Suprema Corte ha basato la sua decisione su ragioni di carattere prettamente processuale, evidenziando due difetti capitali nell’atto di appello.
Genericità e Aspecificità del Motivo
Il primo punto contestato dai giudici è la genericità del ricorso. L’imputato si è limitato a lamentare il mancato riconoscimento del tentativo, senza però confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza d’appello. Un ricorso in Cassazione deve essere specifico, ovvero deve indicare con precisione le parti della sentenza impugnata che si ritengono errate e le ragioni giuridiche di tale errore. Un’affermazione generica, che non si cala nella realtà processuale del caso, è destinata all’inammissibilità.
La Ricostruzione dei Fatti Ignorata
Il difetto più grave, secondo la Corte, è stato ignorare completamente la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano stabilito, con motivazione coerente (anche per relationem, ovvero richiamando la sentenza di primo grado), che al momento dell’arrivo dei poliziotti il primo furto era già stato portato a compimento. L’imputato era stato sorpreso mentre era “intento a commettere il secondo”.
Il ricorso, non contestando questa precisa scansione temporale, si è rivelato sterile. Non si può chiedere alla Cassazione di rivalutare i fatti; si può solo contestare un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione. Ignorando il fondamento fattuale della decisione, il ricorrente ha reso il suo appello privo di qualsiasi fondamento.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso, specialmente in sede di legittimità, non può essere un semplice lamento o una generica riproposizione delle proprie tesi. Deve essere un atto tecnico, puntuale e critico, che si confronti in modo serrato con le argomentazioni della sentenza che si intende impugnare. In assenza di questi requisiti, il risultato è un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, che chiude definitivamente la porta a ogni ulteriore discussione sul merito della vicenda.
Quando un ricorso in Cassazione viene considerato ‘generico e aspecifico’?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è ‘generico e aspecifico’ quando non chiarisce le ragioni della riqualificazione giuridica richiesta e, soprattutto, ignora la ricostruzione dei fatti accertata dai giudici di merito, omettendo di confrontarsi con le motivazioni della sentenza impugnata.
Qual è la differenza tra furto tentato e furto consumato secondo questa decisione?
La distinzione si basa sulla cronologia degli eventi stabilita in giudizio. Il furto è ‘consumato’ se l’azione criminosa è stata completata prima dell’intervento delle forze dell’ordine. È ‘tentato’ se l’intervento interrompe l’azione prima che il reato sia portato a compimento.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31470 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31470 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/09/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Palermo che ha parzialmente riformato la sentenza del Tribunale di Palermo di condanna per i reati di cui al capo a) (tentato furto pluriaggravato) e di cui al capo b) (furto pluriaggrava dichiarando di non doversi procedere nei confronti dell’imputato in ordine al delitto di cui capo b) per mancanza di querela, e, per l’effetto, rideterminando la pena inflitta all’imputato mesi otto di reclusione ed euro 400,00 di multa;
Rilevato che l’unico motivo del ricorso – con cui il ricorrente lamenta vizio di motivazion quanto al mancato riconoscimento del tentativo di furto, in quanto il tempestivo intervento delle forze dell’ordine aveva impedito di portare a termine l’azione criminosa, e alla mancata derubricazione del reato contestato in quello previsto e punito dall’art. 635 cod.pen. generico e aspecifico, in quanto non chiarisce affatto le ragioni della propugnata riqualificazione ed ignora che la Corte territoriale, sia pure con motivazione per relationem all sentenza di primo grado, ha fatto propria a ricostruzione per cui, all’atto dell’arrivo poliziotti, il furto per cui oggi ancora si procede era già stato commesso e l’imputato er intento a commettere il secondo (quest’ultimo rimasto allo stadio del tentativo);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, 16 Maggio 2024.