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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per tentato furto. Il ricorso è stato giudicato generico e aspecifico perché non contestava adeguatamente la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, i quali avevano stabilito che un primo furto era già stato consumato all’arrivo delle forze dell’ordine, mentre solo il secondo era rimasto allo stadio di tentativo. La Corte ha quindi confermato la condanna e sanzionato il ricorrente per aver presentato un appello infondato.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: il confine tra tentativo e consumazione del reato

Quando un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione rischia di essere respinto senza nemmeno un esame nel merito? Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi di appello e il rischio di un ricorso inammissibile. Il caso analizzato riguarda la sottile ma decisiva linea di demarcazione tra furto tentato e furto consumato, e come una ricostruzione fattuale ben consolidata nei gradi di merito possa diventare un ostacolo insormontabile per l’imputato.

I Fatti del Caso: Dal Doppio Furto alla Cassazione

Il protagonista della vicenda era stato condannato in primo grado per due distinti episodi di furto pluriaggravato: il primo consumato e il secondo tentato. La Corte d’Appello, intervenendo parzialmente sulla decisione, aveva dichiarato di non doversi procedere per il furto consumato a causa della mancanza di querela, rideterminando la pena per il solo tentato furto in otto mesi di reclusione e 400 euro di multa.

Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo: il mancato riconoscimento della forma tentata anche per il primo furto. Secondo la sua difesa, il tempestivo intervento delle forze dell’ordine aveva impedito il completamento dell’azione criminosa in entrambi i casi.

La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione (se il furto fosse tentato o consumato), ma si ferma a un livello procedurale precedente, sancendo che l’appello non aveva i requisiti minimi per essere esaminato. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su ragioni di carattere prettamente processuale, evidenziando due difetti capitali nell’atto di appello.

Genericità e Aspecificità del Motivo

Il primo punto contestato dai giudici è la genericità del ricorso. L’imputato si è limitato a lamentare il mancato riconoscimento del tentativo, senza però confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza d’appello. Un ricorso in Cassazione deve essere specifico, ovvero deve indicare con precisione le parti della sentenza impugnata che si ritengono errate e le ragioni giuridiche di tale errore. Un’affermazione generica, che non si cala nella realtà processuale del caso, è destinata all’inammissibilità.

La Ricostruzione dei Fatti Ignorata

Il difetto più grave, secondo la Corte, è stato ignorare completamente la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano stabilito, con motivazione coerente (anche per relationem, ovvero richiamando la sentenza di primo grado), che al momento dell’arrivo dei poliziotti il primo furto era già stato portato a compimento. L’imputato era stato sorpreso mentre era “intento a commettere il secondo”.
Il ricorso, non contestando questa precisa scansione temporale, si è rivelato sterile. Non si può chiedere alla Cassazione di rivalutare i fatti; si può solo contestare un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione. Ignorando il fondamento fattuale della decisione, il ricorrente ha reso il suo appello privo di qualsiasi fondamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso, specialmente in sede di legittimità, non può essere un semplice lamento o una generica riproposizione delle proprie tesi. Deve essere un atto tecnico, puntuale e critico, che si confronti in modo serrato con le argomentazioni della sentenza che si intende impugnare. In assenza di questi requisiti, il risultato è un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, che chiude definitivamente la porta a ogni ulteriore discussione sul merito della vicenda.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato ‘generico e aspecifico’?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è ‘generico e aspecifico’ quando non chiarisce le ragioni della riqualificazione giuridica richiesta e, soprattutto, ignora la ricostruzione dei fatti accertata dai giudici di merito, omettendo di confrontarsi con le motivazioni della sentenza impugnata.

Qual è la differenza tra furto tentato e furto consumato secondo questa decisione?
La distinzione si basa sulla cronologia degli eventi stabilita in giudizio. Il furto è ‘consumato’ se l’azione criminosa è stata completata prima dell’intervento delle forze dell’ordine. È ‘tentato’ se l’intervento interrompe l’azione prima che il reato sia portato a compimento.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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