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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché generico e ripetitivo. Il caso riguardava il diniego della circostanza attenuante per il reato di ricettazione, negata a causa dei numerosi precedenti e della personalità dell’imputato. La Suprema Corte ha confermato la decisione, sottolineando la mancanza di una critica argomentata alla sentenza d’appello e l’importanza della specificità dei motivi di ricorso.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce l’onere di specificità

Quando un ricorso in Cassazione si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte torna a sottolineare un principio fondamentale del processo penale: l’atto di impugnazione deve contenere una critica specifica e argomentata contro la decisione impugnata, non una mera riproposizione di vecchie difese. Approfondiamo i dettagli di questa decisione per capire meglio le sue implicazioni.

I fatti del caso e la contestazione

Il procedimento trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. La Corte territoriale aveva confermato la sua condanna per il reato di ricettazione, negando la concessione della circostanza attenuante della particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 648, comma 4, del codice penale. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per cassazione, contestando proprio il mancato riconoscimento di tale attenuante.

Il vizio del ricorso: la genericità e la ripetitività

La Corte di Cassazione, nell’analizzare l’atto di impugnazione, ha immediatamente rilevato un vizio insanabile: la genericità. I motivi addotti dal ricorrente non erano altro che una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già presentati e puntualmente disattesi dalla Corte d’Appello. In altre parole, la difesa non ha formulato una critica mirata e ragionata contro le argomentazioni della sentenza di secondo grado, ma si è limitata a riproporre le stesse lamentele.

Secondo la Suprema Corte, un ricorso di questo tipo è solo apparentemente specifico e non assolve alla sua funzione tipica, che è quella di sottoporre al giudice di legittimità vizi specifici (violazioni di legge o difetti di motivazione) della decisione impugnata. Un appello che non si confronta criticamente con la motivazione della sentenza precedente perde la sua ragion d’essere e deve essere dichiarato inammissibile.

Le motivazioni sul diniego dell’attenuante

La Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse motivato in modo congruo e logico il suo rifiuto di applicare l’attenuante. La decisione si basava su una valutazione complessiva di diversi elementi:

1. Le modalità del fatto: le circostanze concrete in cui è stato commesso il reato.
2. La personalità dell’imputato: un profilo delineato anche attraverso i suoi comportamenti processuali ed extraprocessuali.
3. I numerosi precedenti penali: la presenza di un curriculum criminale, anche con precedenti specifici per reati della stessa natura.
4. La proclività a delinquere: una tendenza consolidata a violare la legge, desumibile dai fattori sopra elencati.

Questi elementi, considerati nel loro insieme, ostacolavano il riconoscimento di una minore gravità del fatto, giustificando pienamente la decisione dei giudici di merito. Il ricorso, non riuscendo a scalfire la logicità di tale ragionamento, si è rivelato inefficace.

Le conclusioni: le conseguenze del ricorso inammissibile

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale decisione comporta due conseguenze negative per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: l’accesso al giudizio di legittimità richiede rigore e specificità. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza; è necessario dimostrare, con argomenti pertinenti e critici, dove e perché i giudici dei gradi precedenti avrebbero commesso un errore di diritto o di motivazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice e acritica ripetizione di quelli già esposti e respinti dalla Corte d’Appello, risultando quindi generici e non specifici, privi di una critica argomentata contro la sentenza impugnata.

Su quali basi la Corte d’Appello aveva negato l’applicazione dell’attenuante?
La Corte d’Appello aveva negato l’attenuante della particolare tenuità del fatto basandosi su una valutazione complessiva delle modalità del reato, della personalità dell’imputato, dei suoi numerosi precedenti penali (anche specifici) e della sua generale proclività a delinquere.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della decisione della Cassazione?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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