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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in materia di stupefacenti. L’ordinanza sottolinea che la mancanza di un’analisi critica specifica delle motivazioni della sentenza d’appello rende l’impugnazione generica, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Critica Specifica

L’ordinanza in esame offre un importante spunto di riflessione sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni. La Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, non è sufficiente lamentare un presunto errore del giudice precedente, ma è necessario articolare una critica puntuale e specifica delle argomentazioni contenute nel provvedimento impugnato. Questa decisione evidenzia come la genericità dei motivi di ricorso costituisca un vizio procedurale insuperabile, con conseguenze significative per il ricorrente.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per detenzione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente (quasi 10 kg di marijuana) finalizzata allo spaccio. Inizialmente contestato come reato grave, il fatto è stato poi riqualificato dalla Corte d’Appello in un’ipotesi di minore gravità, prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti. Nonostante la riqualificazione più favorevole, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per cassazione, contestando la determinazione della pena (la cosiddetta dosimetria).

Dalla Corte d’Appello alla Cassazione

La Corte d’Appello di Catania aveva rideterminato la pena, confermando per il resto la sentenza di primo grado. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha impugnato tale decisione, lamentando una quantificazione della sanzione a suo dire ingiusta. La doglianza si concentrava sulla dosimetria della pena, un aspetto che, secondo la difesa, non era stato adeguatamente motivato dai giudici di merito.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La ragione di tale decisione non risiede nel merito della questione (ovvero se la pena fosse giusta o meno), ma in un vizio di natura prettamente procedurale. Secondo i giudici, il motivo di ricorso era stato formulato in modo generico, senza confrontarsi criticamente con le specifiche argomentazioni della sentenza impugnata.

L’Importanza dell’Analisi Critica nel Ricorso

La Cassazione ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata, secondo cui l’atto di impugnazione deve contenere un’analisi critica delle ragioni poste a fondamento della decisione contestata. Non basta esprimere un dissenso generico; è obbligatorio indicare con precisione quali parti della motivazione siano errate e perché. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano giustificato adeguatamente la pena inflitta basandosi sul “dato ponderale”, ovvero l’enorme quantità di droga sequestrata. Il ricorso, invece, non ha saputo smontare questa argomentazione, limitandosi a una lamentela astratta.

Le Motivazioni

La motivazione dell’ordinanza si fonda sul principio secondo cui il giudizio di cassazione non è una terza istanza di merito. La Corte non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso inammissibile è tale quando, come in questo caso, chiede alla Corte di effettuare una nuova valutazione di elementi già adeguatamente ponderati dai giudici dei gradi precedenti, senza però evidenziare un vizio logico o giuridico specifico. La doglianza sulla dosimetria della pena, essendo stata giustificata in modo logico dalla Corte d’Appello in base al dato oggettivo della quantità di stupefacente, non poteva essere riconsiderata senza una critica puntuale e pertinente.

Le Conclusioni

Le conclusioni che si possono trarre da questa pronuncia sono chiare. Chi intende impugnare una sentenza deve curare con estrema attenzione la redazione dei motivi, che devono essere specifici, pertinenti e critici nei confronti della decisione che si contesta. Una semplice riproposizione delle proprie tesi o una lamentela generica non sono sufficienti a superare il vaglio di ammissibilità. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo il rigetto della domanda, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Questo serve da monito sull’importanza di un approccio tecnico e rigoroso nella redazione degli atti processuali.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché proposto per un motivo generico, privo di una necessaria analisi critica delle argomentazioni poste a base della decisione impugnata, in particolare riguardo alla giustificazione della pena basata sulla quantità della sostanza stupefacente.

Qual è la principale conseguenza della declaratoria di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa si intende per ‘analisi critica’ necessaria in un motivo di ricorso?
Per ‘analisi critica’ si intende l’obbligo del ricorrente di confrontarsi specificamente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata, dimostrando in modo puntuale perché tali ragioni sarebbero errate dal punto di vista logico o giuridico, e non limitandosi a una generica contestazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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