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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato riciclaggio. La decisione si fonda sulla totale genericità del motivo di ricorso, che non specificava, come richiesto dall’art. 581 cod. proc. pen., gli elementi a sostegno della censura. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Regola della Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui si contesta la legittimità di una sentenza. Tuttavia, non basta semplicemente dissentire; è fondamentale rispettare precise regole formali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza della specificità dei motivi, dichiarando un ricorso inammissibile perché troppo generico. Questa decisione sottolinea come un’impugnazione mal formulata possa vanificare ogni possibilità di revisione, con conseguenze anche economiche per il ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Bari, che aveva confermato la responsabilità penale di un imputato per il delitto di tentato riciclaggio. Non accettando la condanna, l’imputato ha deciso di proporre ricorso per cassazione, affidando le sue speranze di riforma della sentenza a un unico motivo: un presunto vizio di motivazione da parte dei giudici di secondo grado.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha posto fine al percorso processuale in modo netto e perentorio. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso inammissibile. La conseguenza di questa decisione non è stata solo la conferma definitiva della condanna, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione: La Genericità come Vizio Fatale

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui la Corte ha respinto l’impugnazione. Il ricorso è stato giudicato “del tutto generico”. Ma cosa significa in pratica? La legge, e in particolare l’articolo 581, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, stabilisce che chi impugna una sentenza deve indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono ogni richiesta.

Nel caso specifico, l’imputato si era limitato a denunciare un vizio di motivazione in modo astratto, senza però:
1. Indicare gli elementi specifici che, a suo dire, rendevano la motivazione della Corte d’Appello illogica o carente.
2. Consentire alla Corte di Cassazione di individuare con precisione i rilievi mossi alla sentenza impugnata.

In sostanza, a fronte di una motivazione della Corte d’Appello ritenuta “logicamente corretta” dai giudici di legittimità, il ricorso non offriva alcun appiglio concreto per esercitare un sindacato. L’appello si è così risolto in una critica sterile e non argomentata, incapace di superare il vaglio preliminare di ammissibilità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un’impugnazione non è una semplice manifestazione di dissenso, ma un atto tecnico che richiede rigore, precisione e specificità. Un ricorso inammissibile perché generico non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche costi aggiuntivi. La decisione ribadisce che il compito del ricorrente non è solo lamentare un’ingiustizia percepita, ma è soprattutto quello di dimostrare, punto per punto, dove e perché la sentenza impugnata ha errato, fornendo al giudice tutti gli strumenti per una valutazione concreta e mirata.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto del tutto generico e privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. d), del codice di procedura penale, in quanto non indicava gli elementi specifici alla base della censura contro la sentenza impugnata.

Qual era il reato contestato all’imputato?
All’imputato era contestato il delitto di tentato riciclaggio.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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