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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

Un individuo, condannato per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi erano una semplice ripetizione di argomenti già respinti in appello e privi della necessaria specificità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Il Pericolo dei Motivi Generici

Quando si impugna una sentenza davanti alla Corte di Cassazione, la precisione e la specificità dei motivi sono fondamentali. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché basato su argomentazioni generiche e ripetitive. Questa decisione offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti formali di un ricorso e le gravi conseguenze del non rispettarli.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso ha origine dalla condanna di un uomo per il reato di false attestazioni a un pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 495 del codice penale. La Corte d’Appello di Napoli aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo l’imputato responsabile.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo di censura. Egli sosteneva la violazione dell’articolo 192 del codice di procedura penale e un vizio di motivazione, asserendo che non vi fosse prova della sussistenza del reato, poiché non aveva mai fornito generalità false.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, ha rapidamente concluso per la sua inammissibilità. La decisione si fonda su un’argomentazione netta: il motivo presentato dall’imputato non era altro che una mera ripetizione delle stesse censure già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello.

I giudici hanno evidenziato come il ricorso mancasse di specificità, un requisito essenziale stabilito dall’articolo 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. L’inammissibilità, spiega la Corte, deriva anche dalla palese mancanza di correlazione tra le argomentazioni della difesa e le motivazioni contenute nella sentenza impugnata. In altre parole, il ricorso non affrontava né criticava specificamente le ragioni per cui la Corte d’Appello aveva confermato la condanna, limitandosi a riproporre una tesi già vagliata e rigettata.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha sottolineato che un ricorso per cassazione non può essere una semplice riproposizione dei motivi d’appello. Deve, invece, contenere una critica puntuale e argomentata della decisione di secondo grado, evidenziando specifici errori di diritto o vizi logici nella motivazione. Quando un ricorso si limita a ripetere doglianze generiche senza confrontarsi con la sentenza che intende contestare, esso perde la sua funzione e viene sanzionato con l’inammissibilità. Questo principio garantisce che la Cassazione svolga il suo ruolo di giudice di legittimità, concentrandosi sulla corretta applicazione delle norme, e non si trasformi in un terzo grado di giudizio sui fatti. La mancanza di specificità rende l’impugnazione un atto processuale sterile, che non può essere esaminato nel merito.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna penale è diventata definitiva. In secondo luogo, conformemente alla legge, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve da monito: la redazione di un ricorso per cassazione richiede rigore tecnico e una critica mirata alla sentenza impugnata. La presentazione di motivi generici o ripetitivi non solo è inefficace, ma comporta anche ulteriori oneri economici per l’imputato, chiudendo definitivamente la porta a ogni possibilità di revisione della condanna.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca di specificità, ovvero quando i motivi sono generici, ripetitivi di argomenti già esaminati e non si confrontano criticamente con le ragioni della sentenza impugnata, come previsto dall’art. 591, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “meramente reiterativo”?
Significa che il motivo presentato in Cassazione si limita a ripetere le stesse censure e argomentazioni già sottoposte e respinte dal giudice del grado precedente (in questo caso, la Corte d’Appello), senza aggiungere nuovi elementi critici specifici contro la decisione impugnata.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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