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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per danneggiamento. Il motivo è la genericità e la natura meramente ripetitiva delle doglianze, che non si confrontavano adeguatamente con la motivazione della sentenza d’appello. La Corte ha ribadito di non poter riesaminare i fatti, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Spiega i Requisiti di Specificità

Recentemente, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22117/2024, ha fornito un’importante lezione sulla procedura penale, dichiarando un ricorso inammissibile perché meramente ripetitivo e generico. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: per contestare una sentenza, non basta dissentire, ma è necessario formulare critiche precise e pertinenti alla motivazione del giudice. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso nasce da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli, che aveva confermato la condanna di un individuo per il reato di danneggiamento. Il ricorrente lamentava, in particolare, un vizio di legge e un’omessa motivazione riguardo alla sua presunta responsabilità concorsuale, ovvero la sua partecipazione al reato insieme ad altri soggetti.

Tuttavia, l’atto di impugnazione presentato alla Corte di Cassazione non introduceva nuovi elementi di critica, ma si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già avanzate e respinte in secondo grado. Il ricorrente, di fatto, non si è confrontato in modo specifico con le ragioni dettagliate con cui la Corte territoriale aveva giustificato la sua condanna.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione. La decisione si fonda su un pilastro del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità, quale è quello della Cassazione, non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Poiché il ricorso era una semplice fotocopia delle doglianze già esaminate e rigettate, e non evidenziava alcuna contraddizione o illogicità manifesta nella decisione della Corte d’Appello, è stato ritenuto privo della necessaria specificità richiesta dalla legge.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Diventa Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su due punti cardine:

1. Reiterazione dei Motivi: Il ricorso è stato considerato ‘reiterativo’, ossia una mera ripetizione di argomenti già presentati in appello. Un ricorso in Cassazione deve offrire una critica puntuale alla sentenza di secondo grado, non riproporre le stesse difese.
2. Aspecificità: La critica più severa riguarda l’aspecificità del motivo. Il ricorrente non ha adeguatamente ‘dialogato’ con la sentenza impugnata. La Corte d’Appello, infatti, aveva fornito una ‘motivazione esaustiva e conforme alle risultanze processuali’, indicando una pluralità di elementi a sostegno della responsabilità penale dell’imputato. Ignorare queste argomentazioni e limitarsi a riproporre le proprie tesi rende l’impugnazione generica e, quindi, inammissibile.

La Corte ha ribadito che non può procedere a una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (primo grado e appello), se la motivazione fornita da questi ultimi è logica e completa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda presentare un ricorso per Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di condanna. È indispensabile che l’atto di impugnazione sia costruito come una critica mirata, specifica e pertinente alle argomentazioni contenute nella decisione che si intende contestare.

La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. Pertanto, un’attenta e scrupolosa redazione dell’atto di ricorso non è solo una questione di tecnica giuridica, ma una necessità per evitare ulteriori conseguenze negative.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era meramente reiterativo delle argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello e aspecifico, in quanto non si confrontava puntualmente con la motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende, in questo caso pari a tremila euro.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o rivalutare le prove. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e controllare la logicità e la coerenza della motivazione della sentenza dei giudici di merito, senza sostituire la propria valutazione a quella precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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