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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 22/04/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di evasione. I motivi sono stati ritenuti generici e meramente riproduttivi delle censure già esposte in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Requisiti di Specificità

L’ordinanza della Corte di Cassazione del 22 aprile 2024 offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, evidenziando come la genericità dei motivi porti inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo principio è fondamentale per garantire l’efficienza del sistema giudiziario e per assicurare che il giudizio di legittimità si concentri sulle reali violazioni di legge e non su mere ripetizioni di argomentazioni già vagliate.

Il Caso: Un Appello Contro la Condanna per Evasione

Il caso in esame riguarda un individuo condannato per il reato di evasione, previsto dall’articolo 385 del codice penale. A seguito della conferma della condanna da parte della Corte d’Appello di Milano, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso si basavano su una presunta violazione di legge e su un vizio di motivazione riguardo all’accertamento della sua responsabilità penale.

L’Inammissibilità del Ricorso: Quando i Motivi sono Generici

La Suprema Corte ha esaminato i motivi presentati e li ha ritenuti manifestamente infondati, giungendo a una pronuncia di inammissibilità. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi strettamente connessi.

La Ripetizione delle Censure d’Appello

Il primo punto critico sollevato dai giudici di legittimità è che le doglianze formulate nel ricorso erano una mera riproduzione delle censure già presentate nell’atto di appello. In pratica, la difesa non ha introdotto nuovi profili di critica specificamente rivolti alla sentenza di secondo grado, ma si è limitata a riproporre le stesse argomentazioni. Questo approccio è contrario ai principi che regolano l’impugnazione in Cassazione, che richiede motivi nuovi e specifici.

La Mancanza di Confronto con la Sentenza Impugnata

Strettamente legato al punto precedente, la Corte ha rilevato che il ricorrente non si è confrontato in modo critico con le valutazioni e le argomentazioni sviluppate dalla Corte d’Appello. La sentenza di secondo grado, secondo la Cassazione, aveva risposto alle censure con motivazioni lineari e conformi alla giurisprudenza di legittimità. Un ricorso efficace deve demolire la struttura logico-giuridica della decisione impugnata, non ignorarla.

Le Motivazioni della Suprema Corte sul Ricorso Inammissibile

Le motivazioni della Corte sono chiare: un ricorso inammissibile è tale quando, formulato in termini generici, si limita a replicare critiche già esaminate e respinte, senza impegnarsi in un dialogo argomentativo con la decisione che si intende contestare. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione. Pertanto, chi ricorre ha l’onere di dimostrare specificamente dove e perché il giudice di grado inferiore ha errato, indicando le lacune o le contraddizioni nel suo ragionamento. La semplice riproposizione di vecchie tesi, senza un’analisi critica della risposta fornita dal giudice d’appello, svuota il ricorso della sua funzione e ne determina l’inammissibilità.

Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Specifico e Critico

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso. Per evitare una declaratoria di inammissibilità e la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, è essenziale che l’atto di impugnazione sia redatto in modo critico e mirato. L’avvocato deve analizzare a fondo la sentenza impugnata, individuarne i punti deboli e costruire un’argomentazione che ne smonti la coerenza, invece di limitarsi a una sterile ripetizione di doglianze già respinte. La decisione serve da monito sulla necessità di un approccio rigoroso e tecnicamente ineccepibile nella redazione degli atti processuali.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici, si limitavano a riprodurre le stesse censure già presentate in appello e non si confrontavano criticamente con le argomentazioni e le valutazioni della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

Quale errore ha commesso il ricorrente nella formulazione del ricorso?
L’errore principale è stato non formulare motivi specifici contro la sentenza della Corte d’Appello, ma limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni del precedente grado di giudizio, senza contestare in modo puntuale le ragioni addotte dai giudici d’appello per confermare la condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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