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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per evasione. L’appello è stato giudicato generico e non specifico, in quanto le lamentele relative allo stato di necessità e alla mancata concessione delle attenuanti generiche non si confrontavano adeguatamente con le motivazioni della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e l’Onere della Specificità

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso verso una sentenza. È necessario formulare critiche precise e circostanziate. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi erano troppo generici e non si confrontavano con le argomentazioni della corte di merito. Analizziamo insieme la decisione per capire l’importanza della specificità nell’atto di impugnazione.

I Fatti del Caso: Condanna per Evasione e Appello in Cassazione

Il caso nasce dalla condanna di un individuo per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione della Corte d’Appello, ha proposto ricorso per cassazione basandosi su due argomentazioni principali:

1. L’omessa valutazione dello stato di necessità: Secondo la difesa, i giudici di merito non avrebbero considerato adeguatamente la scusante dello stato di necessità (art. 54 c.p.), che avrebbe potuto giustificare la condotta dell’imputato.
2. La mancata concessione delle attenuanti generiche: Il ricorrente lamentava anche che la pena fosse eccessiva a causa del mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

Questi argomenti, tuttavia, sono stati ritenuti insufficienti dalla Suprema Corte.

La Decisione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso e li ha liquidati rapidamente, definendoli non idonei a superare il vaglio di ammissibilità. La decisione si fonda su un concetto chiave del diritto processuale: l’onere di specificità dei motivi di ricorso.

La Corte ha osservato che le doglianze presentate erano formulate in termini “assolutamente generici”. Invece di contestare punto per punto le argomentazioni logico-giuridiche della Corte d’Appello, il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse censure già sollevate e respinte nel precedente grado di giudizio. Questo approccio rende il ricorso inammissibile perché non instaura un vero dialogo critico con la sentenza impugnata, ma si limita a una sterile contrapposizione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel dettaglio, i giudici di legittimità hanno spiegato che, riguardo allo stato di necessità, il ricorso non si confrontava con la valutazione “lineare e conforme alla giurisprudenza” effettuata dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva già esaminato e motivatamente escluso la sussistenza di tale scusante.

Allo stesso modo, la critica relativa alle attenuanti generiche e all’eccessività della pena è stata giudicata “priva di specificità”. Il ricorrente non aveva contestato la puntuale esposizione dei criteri adottati dai giudici di merito per la determinazione della sanzione, rendendo la sua lamentela un mero dissenso astratto.

Conclusioni: L’Inammissibilità come Sanzione Processuale

La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche. In questo caso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve da monito: l’accesso alla giustizia di legittimità richiede rigore, precisione e un confronto critico serrato con le decisioni impugnate. La semplice riproposizione di argomenti già vagliati, senza una critica specifica, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni erano formulate in termini troppo generici, si limitavano a riproporre censure già sollevate in appello e non si confrontavano specificamente con le puntuali motivazioni della sentenza impugnata.

Quali erano i principali argomenti del ricorrente?
Il ricorrente lamentava principalmente due aspetti: l’omessa valutazione della causa di giustificazione dello stato di necessità e la mancata concessione delle attenuanti generiche, che a suo dire aveva portato a un trattamento sanzionatorio eccessivo.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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