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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per truffa, stabilendo che i motivi di impugnazione non possono essere una mera riproposizione di quelli già respinti in appello. La Corte ha sottolineato la necessità di una critica argomentata e specifica alla sentenza impugnata, confermando che la mancanza di nuovi elementi o di un’analisi critica rende il ricorso privo di fondamento e, pertanto, inammissibile.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Necessità di Motivi Specifici

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia. È fondamentale articolare critiche precise e pertinenti alla sentenza che si intende contestare. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi erano una semplice ripetizione di argomentazioni già esaminate e respinte nel grado di appello. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le conseguenze della sua genericità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di truffa, confermata dalla Corte d’Appello. La persona condannata decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a diversi motivi. Principalmente, contestava la valutazione dei giudici di merito sia sull’elemento oggettivo (la condotta materiale) che su quello soggettivo (l’intenzione di commettere il reato) della truffa. Inoltre, chiedeva una riqualificazione del fatto in un reato meno grave e, in subordine, il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, che le erano state negate.

Le Ragioni del Ricorso e la Valutazione della Corte

L’imputata ha basato il suo ricorso su quattro motivi distinti:
1. Primo e Terzo Motivo: contestazione sulla sussistenza degli elementi costitutivi del reato di truffa. La Corte ha rilevato che questi motivi erano una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già presentati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello, senza aggiungere alcun elemento di critica specifica alla motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, sono stati giudicati non specifici e solo apparentemente critici.
2. Secondo Motivo: richiesta di riqualificare il reato in insolvenza fraudolenta (art. 641 c.p.). Anche questo motivo è stato ritenuto inammissibile per mancanza di specificità, in quanto non conteneva un’analisi critica delle argomentazioni della Corte d’Appello.
3. Quarto Motivo: lamentela per il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte ha considerato il motivo inammissibile perché basato su argomentazioni di merito, non consentite in sede di legittimità, e manifestamente infondato, dato che la decisione del giudice d’appello era logica e ben motivata.

Il Principio del Ricorso Inammissibile per Genericità

La decisione della Cassazione si fonda su un principio cardine del processo penale: il ricorso di legittimità non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. Il suo scopo è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Per questo, un ricorso inammissibile è quello che non svolge una funzione di critica argomentata, ma si limita a riproporre le stesse questioni già decise, senza confrontarsi specificamente con le ragioni esposte dal giudice precedente. In pratica, il ricorrente deve spiegare perché la motivazione del giudice d’appello è sbagliata, non solo ripetere di avere ragione.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità evidenziando come i primi tre motivi fossero privi della necessaria specificità. Essi omettevano di assolvere alla funzione tipica di una critica argomentata, risolvendosi in una mera riproposizione di argomenti già vagliati e disattesi. Per quanto riguarda il diniego delle attenuanti generiche, i giudici hanno ribadito un consolidato orientamento secondo cui il giudice di merito non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, essendo sufficiente che indichi quelli ritenuti decisivi per la sua valutazione, come correttamente avvenuto nel caso di specie.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. La redazione di un ricorso efficace richiede uno studio approfondito della sentenza impugnata e la capacità di formulare censure nuove, specifiche e giuridicamente pertinenti. La semplice ripetizione di argomenti già spesi nei gradi precedenti conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La specificità e la pertinenza dei motivi non sono mere formalità, ma l’essenza stessa del giudizio di legittimità.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono generici, si limitano a ripetere argomenti già respinti nei gradi di giudizio precedenti, oppure sollevano questioni di merito che non possono essere riesaminate dalla Corte di Cassazione. Manca, in sostanza, una critica specifica e argomentata alla decisione impugnata.

È sufficiente riproporre in Cassazione gli stessi motivi già presentati in Appello?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che la ‘pedissequa reiterazione’ di motivi già dedotti in appello e puntualmente disattesi dal giudice precedente rende il ricorso inammissibile, in quanto non assolve alla funzione di critica argomentata richiesta in sede di legittimità.

Come deve essere motivato il diniego delle attenuanti generiche da parte del giudice?
Secondo la Corte, per negare le attenuanti generiche non è necessario che il giudice analizzi tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o rilevanti per la sua valutazione, fornendo una motivazione che sia esente da evidenti illogicità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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