LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

Due imputati, condannati in primo e secondo grado per furto aggravato di energia elettrica, presentano ricorso alla Corte di Cassazione. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, stabilendo che i motivi presentati erano generici, manifestamente infondati e si limitavano a ripetere le argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi di Appello Generici

Quando si presenta un’impugnazione contro una sentenza di condanna, è fondamentale che i motivi siano specifici e pertinenti. Un ricorso inammissibile è la sanzione processuale per chi non rispetta questa regola, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un furto aggravato di energia elettrica e offre spunti cruciali sull’importanza di formulare un ricorso che critichi in modo argomentato la decisione precedente, anziché limitarsi a una sterile ripetizione.

Il Caso: Furto Aggravato e la Duplice Condanna

Due soggetti venivano condannati sia in primo grado che in appello per il reato di furto aggravato di energia elettrica in concorso tra loro. La Corte d’Appello di Palermo, con sentenza del settembre 2022, confermava la decisione del Tribunale, ritenendo provata la responsabilità penale degli imputati.

Non rassegnati alla condanna, i due decidevano di rivolgersi alla Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio, per tentare di annullare la sentenza.

L’Appello in Cassazione: i motivi del ricorso

I ricorrenti basavano la loro impugnazione su due principali motivi, entrambi volti a smontare l’impianto accusatorio e a ottenere un trattamento sanzionatorio più mite.

Il Primo Motivo: Una Critica Generica alla Responsabilità

Il primo punto contestava la motivazione della sentenza d’appello riguardo all’attribuzione della responsabilità per il furto. Tuttavia, secondo la Cassazione, questo motivo era viziato da due difetti principali:
1. Genericità: Le argomentazioni non erano altro che una pedissequa reiterazione di quelle già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Non introducevano elementi nuovi né una critica puntuale al ragionamento dei giudici di secondo grado.
2. Manifesta Infondatezza: Il ricorso non si confrontava con le motivazioni, logiche e fattuali, con cui la Corte d’Appello aveva chiaramente spiegato perché la condotta fosse attribuibile agli imputati.

Il Secondo Motivo: La Richiesta di Attenuanti Generiche

Con il secondo motivo, si lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto portare a una riduzione della pena. Anche in questo caso, la Corte ha riscontrato una forte genericità. I ricorrenti, infatti, non avevano indicato alcun elemento favorevole specifico che fosse stato ignorato dai giudici di merito e che potesse giustificare un trattamento più mite.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità.

La Genericità come Vizio Fatale dell’Impugnazione

La funzione del ricorso non è quella di ottenere un terzo giudizio di merito, ma di controllare la legittimità e la logicità della decisione impugnata. Per questo, un’impugnazione deve contenere una critica argomentata e specifica, capace di mettere in discussione il ragionamento del giudice precedente. Ripetere semplicemente le stesse argomentazioni già disattese trasforma il ricorso in un atto apparente, privo della sua funzione tipica, e ne determina l’inammissibilità.

La Discrezionalità del Giudice sulla Pena

Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Cassazione ha ribadito che la graduazione della pena rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Tale potere deve essere esercitato nel rispetto dei principi stabiliti dagli artt. 132 e 133 del codice penale. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la sua decisione, facendo riferimento a elementi specifici ritenuti decisivi. Il ricorrente che lamenta la mancata concessione delle attenuanti ha l’onere di indicare quali elementi favorevoli non siano stati considerati, cosa che non è avvenuta.

Le Conclusioni: l’Importanza di un Ricorso Specifico e Argomentato

La decisione si conclude con la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi e la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. Questa ordinanza rappresenta un monito importante: il diritto di impugnazione deve essere esercitato con serietà e rigore tecnico. Un ricorso, per avere una possibilità di successo, non può limitarsi a riproporre vecchie tesi, ma deve costruire una critica precisa, logica e puntuale, dimostrando dove e perché la sentenza impugnata ha sbagliato nell’applicare la legge o nel valutare i fatti.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca dei requisiti essenziali previsti dalla legge. Nel caso specifico, è stato ritenuto tale perché i motivi erano generici, cioè si limitavano a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘motivo generico’ di un ricorso?
Un motivo è ‘generico’ quando non assolve alla sua funzione di critica puntuale della decisione contestata. Si considera tale un’argomentazione vaga o che ripropone doglianze già esaminate e rigettate nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi con le ragioni specifiche per cui erano state respinte.

È sufficiente chiedere le circostanze attenuanti generiche per ottenerle?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, il ricorrente che si duole della mancata concessione delle attenuanti generiche ha l’onere di indicare elementi favorevoli e specifici (relativi al fatto o alla sua persona) che il giudice di merito avrebbe trascurato. Una richiesta priva di tali indicazioni è considerata generica e, pertanto, inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati