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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati sono una mera ripetizione di argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. Il caso riguardava una condanna per l’utilizzo di assegni non propri, dove la Corte ha ribadito che la genericità e la mancanza di critiche specifiche alla sentenza impugnata portano all’inammissibilità del ricorso, con condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici d’Appello

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale che i motivi siano specifici e critichino puntualmente la sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di un’impugnazione generica, che si limita a ripetere argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di giudizio precedenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questo principio, sottolineando l’importanza della specificità degli atti processuali.

I Fatti del Caso: L’uso di Assegni non Propri

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per aver utilizzato, a titolo di pagamento, diversi assegni bancari. Sebbene gli assegni fossero sottoscritti a suo nome, l’imputato non era il titolare del conto corrente corrispondente. La sua difesa aveva tentato, senza successo, di ottenere una derubricazione del reato e il riconoscimento di circostanze attenuanti. La Corte d’Appello di Milano aveva confermato la condanna, portando l’imputato a presentare ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la loro Valutazione

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre motivi principali:

1. Sussistenza del reato presupposto: Contestava la configurabilità del reato, sostenendo che non vi fossero prove sufficienti e chiedendo una riqualificazione del fatto in furto.
2. Particolare tenuità del fatto: Richiedeva il riconoscimento della causa di non punibilità per la particolare tenuità del danno.
3. Circostanza attenuante: Sollecitava l’applicazione di un’attenuante specifica prevista dal codice di procedura penale.

Tuttavia, come evidenziato dalla Suprema Corte, tutti e tre i motivi non erano altro che una riproposizione di argomentazioni già vagliate e respinte dalla Corte d’Appello.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito.

La Genericità come Causa di Inammissibilità

I giudici hanno definito i motivi del ricorso come ‘non specifici ma soltanto apparenti’. In altre parole, l’appellante si è limitato a ripetere le stesse doglianze già esposte in appello, senza muovere una critica mirata e argomentata contro la motivazione della sentenza della Corte territoriale. Questo rende l’impugnazione generica e, di conseguenza, inammissibile.

Il Reato Presupposto e la Consapevolezza

In merito al primo motivo, la Corte ha ribadito che il reato di cui all’art. 648 c.p. (ricettazione) era pienamente integrato. Per la configurazione del reato è sufficiente la consapevolezza di non essere il titolare del rapporto di conto corrente. È irrilevante, ai fini della decisione, che i titoli di credito fossero stati smarriti o rubati, poiché in ogni caso si era realizzato il ‘reato presupposto’ di furto.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che l’atto di appello era meramente riproduttivo delle censure già esaminate e disattese dalla Corte di merito. Mancava una critica specifica e argomentata delle ragioni esposte nella sentenza impugnata. Sia per quanto riguarda la configurabilità del reato che per il mancato riconoscimento delle attenuanti, i giudici di appello avevano fornito motivazioni congrue e giuridicamente corrette, che il ricorrente non ha contestato in modo specifico, limitandosi a riproporre le medesime istanze. Tale approccio rende il ricorso privo della specificità richiesta dalla legge, determinandone l’inevitabile inammissibilità.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione pratica: un ricorso per Cassazione deve essere un atto tecnico che individua precisi errori di diritto nella sentenza impugnata. Non può essere una semplice riproposizione delle difese già svolte. Per gli avvocati, ciò significa che è necessario un lavoro di analisi approfondita della sentenza di secondo grado per costruire motivi di ricorso nuovi e specifici. Per i cittadini, la decisione conferma che il sistema giudiziario prevede meccanismi per scoraggiare appelli dilatori o infondati, con la conseguenza, in caso di inammissibilità, della condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una mera ripetizione di argomentazioni già discusse e respinte dalla Corte d’Appello, senza contenere critiche specifiche e puntuali contro le motivazioni della sentenza impugnata.

È necessario che gli assegni siano stati rubati per configurare il reato?
No, la Corte ha specificato che è irrilevante se i titoli di credito fossero stati smarriti o rubati. Il reato si configura per il solo fatto di averli utilizzati per un pagamento con la consapevolezza di non essere il legittimo titolare del conto corrente.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la conferma della sentenza di condanna precedente. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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