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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per furto aggravato. La decisione si basa sulla genericità dei motivi presentati, che non contestavano in modo specifico e puntuale le motivazioni della sentenza d’appello. L’ordinanza sottolinea come un’impugnazione debba essere un confronto critico e dettagliato, non una mera riproposizione di lamentele. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici d’Appello

Nel complesso mondo della procedura penale, l’atto di impugnazione rappresenta uno strumento fondamentale di difesa. Tuttavia, la sua efficacia è subordinata al rispetto di precisi requisiti di forma e sostanza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda un principio cardine: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di motivi d’appello generici e non specifici. Attraverso l’analisi di un caso concreto di furto aggravato, vediamo perché la precisione è cruciale.

I Fatti del Caso

Il percorso giudiziario ha origine da una condanna per il reato di furto aggravato, commesso nel 2010. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Roma, veniva interamente confermata dalla Corte d’Appello nel 2022. Non rassegnato, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un presunto “vizio di motivazione” nella sentenza di secondo grado, in particolare riguardo all’affermazione della sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 13487/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle accuse, ma si è concentrata esclusivamente sulla modalità con cui il ricorso è stato redatto e presentato. Secondo i giudici, i motivi addotti erano generici, privi di un’analisi puntuale e di un confronto critico con le argomentazioni della Corte d’Appello. In pratica, il ricorrente si era limitato a una critica generica, senza indicare le specifiche ragioni di fatto e di diritto che avrebbero dovuto sostenere le sue richieste.

Le Motivazioni: Requisiti di Specificità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha ribadito alcuni principi procedurali fondamentali.

In primo luogo, ha ricordato che, in caso di “doppia conforme” (quando la sentenza d’appello conferma quella di primo grado), le due decisioni formano un unico corpo motivazionale. Questo significa che il ricorrente deve confrontarsi con l’intero apparato argomentativo costruito nei due gradi di giudizio.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, il ricorso in Cassazione non può essere una semplice riproposizione dei motivi d’appello o una critica vaga. Deve essere un “confronto puntuale” con il provvedimento che si contesta. È necessario indicare con precisione le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso, attaccando specificamente le argomentazioni della sentenza impugnata. Nel caso di specie, il ricorrente, dopo aver contestato in appello l’aggravante della destrezza e la pena, in Cassazione ha formulato una critica generica, non assolvendo all’onere di specificità richiesto dalla legge. La Corte ha ritenuto, invece, che la motivazione della Corte d’Appello fosse coerente sia nel giustificare la sussistenza dell’aggravante, sia nel negare le attenuanti generiche.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

La decisione in commento è un monito importante per ogni difensore. La preparazione di un ricorso, specialmente per la Corte di Cassazione, richiede un’analisi meticolosa e una critica argomentata e specifica della decisione impugnata. Limitarsi a deduzioni generiche equivale a presentare un’arma spuntata, destinata a essere dichiarata inefficace. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, in questo caso quantificata in tremila euro. Questo sottolinea come un’impugnazione superficiale non sia solo inutile, ma anche economicamente onerosa.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando prospetta deduzioni generiche e prive delle specifiche ragioni di fatto e di diritto che dovrebbero sorreggerlo, non riuscendo a instaurare un confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa significa che le sentenze di primo e secondo grado possono essere ‘lette congiuntamente’?
Significa che se il giudice di appello conferma la sentenza di primo grado, le due sentenze possono essere considerate un unico corpo decisionale, a condizione che la sentenza di appello si richiami a quella precedente e adotti gli stessi criteri di valutazione della prova.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, come stabilito dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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