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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto aggravato. L’ordinanza sottolinea che un appello è inammissibile se i motivi sono generici e non criticano specificamente la sentenza impugnata. Viene inoltre confermata la validità della querela presentata dal detentore qualificato del bene, anche se non proprietario, e il valore probatorio delle annotazioni di servizio acquisite in un rito abbreviato.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un Caso in Cassazione

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e critici verso la sentenza impugnata. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la genericità possa portare a un ricorso inammissibile, chiudendo di fatto le porte a un ulteriore esame del caso. Analizziamo questa ordinanza per comprendere i principi chiave applicati dai giudici in materia di furto, querela e valutazione delle prove.

I Fatti del Caso: Tentativo di Furto e l’Appello in Cassazione

Il caso origina da una condanna per tentato furto aggravato, confermata in secondo grado dalla Corte di Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione basando la sua difesa su tre argomenti principali:

1. Mancanza della querela: Sosteneva l’assenza di una valida condizione di procedibilità.
2. Violazione di legge: Chiedeva l’assoluzione per insufficienza di prove, ai sensi dell’art. 530, secondo comma, del codice di procedura penale.
3. Errata valutazione probatoria: Contestava il valore di prova attribuito a un’annotazione di servizio redatta dai Carabinieri.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto il ricorso interamente inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I Motivi del Ricorso e le Risposte della Corte

La decisione della Corte si articola smontando, uno per uno, i motivi del ricorso, definendoli manifestamente infondati o del tutto generici.

La Questione della Querela: Chi ha Diritto di Sporgerla?

Il primo motivo è stato liquidato come manifestamente infondato. La Corte ha chiarito che la querela era presente agli atti e pienamente valida. A presentarla non era stata la proprietaria legale del veicolo, bensì la figlia, che ne era la “stabile utilizzatrice”. Questo la qualificava come detentore qualificato, figura pienamente legittimata a sporgere querela per tutelare il bene di cui aveva la disponibilità. Inoltre, l’atto conteneva l’esplicita richiesta di punizione dei colpevoli, soddisfacendo tutti i requisiti di legge.

Un Ricorso Inammissibile per Genericità

Il secondo motivo è stato il punto cruciale che ha determinato l’esito del ricorso. La Cassazione ha bollato l’argomentazione come del tutto generica. L’imputato, infatti, non aveva mosso alcuna critica specifica alla motivazione della sentenza d’appello. Si era limitato a lamentare una presunta insufficienza probatoria senza confrontarsi con le ragioni addotte dai giudici di secondo grado.

La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale: un’impugnazione è inammissibile se non c’è una correlazione diretta tra le ragioni del ricorso e quelle della decisione impugnata. Non si può ignorare il ragionamento del giudice precedente; bisogna contestarlo punto per punto.

La Valutazione delle Prove: Il Ruolo dell’Annotazione di Servizio

Anche il terzo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha evidenziato come la sentenza d’appello avesse fornito una motivazione esaustiva, non illogica e giuridicamente corretta. Gli elementi a carico del ricorrente erano solidi e concordanti: le testimonianze oculari e le risultanze delle telecamere di sorveglianza, il cui contenuto era stato trascritto nell’annotazione di servizio dei Carabinieri. Essendo il processo stato celebrato con il rito abbreviato, tale annotazione era stata ritualmente acquisita come prova e il suo valore era stato ampiamente argomentato nel compendio indiziario.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione centrale della Suprema Corte risiede nel concetto di specificità dei motivi di ricorso. Un appello in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione della sentenza precedente. Se il ricorrente non è in grado di individuare e criticare specifici vizi logici o giuridici nella decisione impugnata, il suo ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile. La Corte non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo verificare che quest’ultima sia immune da errori procedurali o da palesi illogicità.

Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che il diritto di querela spetta non solo al proprietario, ma a chiunque abbia una relazione qualificata con il bene. In secondo luogo, e più importante, ribadisce un principio cardine del processo penale: la specificità è un requisito non negoziabile per l’ammissibilità di un ricorso. Limitarsi a riproporre le proprie tesi senza un confronto critico e puntuale con la motivazione della sentenza che si intende contestare equivale a presentare un ricorso vuoto, destinato inevitabilmente al rigetto. Per chiunque affronti un procedimento legale, la comprensione di questi meccanismi procedurali è tanto fondamentale quanto la conoscenza del diritto sostanziale.

Chi può sporgere validamente querela per un reato come il tentativo di furto di un’auto?
Non solo il proprietario legale, ma anche chi utilizza stabilmente il veicolo (cosiddetto ‘detentore qualificato’), in quanto è la persona che subisce direttamente il danno dal reato.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per ‘genericità’?
Un ricorso è considerato generico, e quindi inammissibile, quando non muove critiche specifiche e argomentate alla motivazione della sentenza che si sta impugnando, ma si limita a lamentare un esito sfavorevole senza un confronto diretto con le ragioni esposte dai giudici precedenti.

Quale valore ha come prova un’annotazione di servizio dei Carabinieri?
Se il processo si svolge con il rito abbreviato, un’annotazione di servizio che riporta, ad esempio, i risultati dell’esame di telecamere di sorveglianza, viene ritualmente acquisita come prova e può essere pienamente utilizzata per fondare una decisione di condanna, specialmente se i suoi contenuti sono confermati da altre prove come le testimonianze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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