LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per furto con strappo. La Corte ha stabilito che i motivi dell’appello erano in parte manifestamente infondati e in parte troppo generici, non rispettando i requisiti di specificità richiesti dalla legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un’impugnazione in ambito penale è un diritto fondamentale, ma deve seguire regole precise per essere efficace. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda una lezione cruciale: la genericità dei motivi porta a una declaratoria di ricorso inammissibile, impedendo un esame nel merito della questione. Analizziamo una ordinanza che, partendo da un caso di furto con strappo, ribadisce principi cardine della procedura penale.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce da una condanna per il reato di furto con strappo. La decisione, emessa in primo grado, veniva confermata anche dalla Corte di Appello. L’imputato, non rassegnato, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza per cercare di ribaltare il verdetto.

I Motivi del Ricorso Ritenuto Inammissibile

Il ricorrente basava la sua difesa su due punti principali, entrambi però giudicati inadeguati dalla Suprema Corte.

Primo Motivo: L’Erronea Applicazione dell’Art. 81 c.p.

Il primo motivo lamentava un’errata applicazione dell’articolo 81 del codice penale, relativo alla continuazione tra reati. Il ricorrente sosteneva che questa circostanza fosse stata erroneamente contestata. La Corte ha liquidato rapidamente questa censura come ‘manifestamente infondata’. Dall’analisi della sentenza di primo grado, infatti, è emerso che la continuazione non era stata né ritenuta sussistente né applicata ai fini della determinazione della pena. Si trattava, quindi, di una contestazione irrilevante che non aveva prodotto alcun effetto concreto sulla condanna.

Secondo Motivo: La Genericità sulla Responsabilità e le Attenuanti

Il secondo motivo era ancora più debole. L’imputato lamentava un vizio di motivazione sia riguardo all’affermazione della sua responsabilità penale, sia per il mancato riconoscimento di una specifica circostanza attenuante. La Cassazione ha bollato questo motivo come ‘generico per indeterminatezza’. In pratica, il ricorso non specificava quali fossero gli elementi della sentenza impugnata che si ritenevano illogici o errati, né forniva argomenti concreti a sostegno della propria tesi. Mancavano, cioè, i requisiti di specificità richiesti dall’articolo 581 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

Di fronte a motivi di ricorso così formulati, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile. Questa decisione ha comportato non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su un principio fondamentale del diritto processuale: un’impugnazione, per essere valida, deve essere specifica. Non è sufficiente lamentare genericamente un’ingiustizia o un errore, ma è necessario indicare con precisione le parti del provvedimento che si contestano e le ragioni giuridiche e fattuali a sostegno della propria critica. Un motivo di ricorso generico, come quello presentato nel caso di specie, non permette al giudice dell’impugnazione di comprendere quali siano i rilievi mossi e, di conseguenza, di esercitare il proprio potere di controllo. La motivazione della Corte d’Appello, ritenuta ‘logicamente corretta’, non è stata scalfita da censure che non andavano oltre una mera enunciazione di dissenso.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso

Questa ordinanza è un monito per tutti gli operatori del diritto e per i cittadini. La redazione di un atto di impugnazione richiede rigore, precisione e chiarezza. L’omissione di questi elementi non è un mero vizio formale, ma un difetto sostanziale che preclude alla radice la possibilità che le proprie ragioni vengano esaminate. Per evitare un esito di inammissibilità, è indispensabile che il ricorso individui con esattezza i punti critici della decisione impugnata e li contesti con argomentazioni pertinenti e dettagliate, pena la vanificazione del diritto stesso di impugnare.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano in parte manifestamente infondati e in parte troppo generici e indeterminati, non rispettando i requisiti di specificità richiesti dall’art. 581, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “generico”?
Significa che il motivo non indica in modo chiaro e specifico le parti della sentenza che si contestano e le ragioni giuridiche o fattuali della critica. Un motivo generico non consente al giudice di individuare i rilievi mossi e di esercitare il proprio sindacato sulla decisione impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile per il ricorrente?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la conferma definitiva della condanna. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati