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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato di cui all’art. 385 c.p. (evasione). L’unico motivo, relativo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), è stato giudicato generico e meramente riproduttivo di censure già respinte dal giudice di merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Generico in Cassazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede rigore e specificità. Un ricorso inammissibile non è solo un’opportunità persa, ma comporta anche conseguenze economiche. L’ordinanza n. 11359/2024 della Suprema Corte offre un chiaro esempio di come un appello generico, che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte, sia destinato al fallimento. Analizziamo insieme questo caso per capire i requisiti di un ricorso efficace e le insidie da evitare.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Palermo per il reato di evasione, previsto dall’articolo 385 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. Tuttavia, il ricorso si basava su un unico motivo: la contestazione della mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’articolo 131-bis del codice penale. Secondo la difesa, il fatto commesso era talmente lieve da non meritare una sanzione penale.

La Decisione della Corte e il Concetto di Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione è di natura squisitamente processuale: il motivo presentato è stato ritenuto ‘privo di specificità’.

La Corte ha osservato che l’argomentazione difensiva non introduceva nuovi profili di illegittimità della sentenza impugnata, ma si limitava a riproporre, in modo ‘meramente riproduttivo’, le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte con motivazioni logiche e corrette dalla Corte d’Appello. In sostanza, l’imputato non ha criticato un errore di diritto commesso dal giudice precedente, ma ha semplicemente manifestato il proprio dissenso sulla valutazione dei fatti, sperando in un riesame che la Cassazione non può compiere.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del nostro sistema giudiziario: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di ricostruire i fatti o di fornire una nuova valutazione delle prove, attività proprie del primo e del secondo grado di giudizio. La sua funzione è verificare che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e coerente.

Un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve quindi indicare in modo specifico e puntuale quali errori di diritto o quali vizi logici inficiano la sentenza impugnata. Limitarsi a ripetere le argomentazioni già presentate in appello, senza confrontarsi criticamente con le ragioni per cui sono state respinte, trasforma il ricorso in una sterile richiesta di un terzo grado di giudizio nel merito, che per legge non è consentito. Questa mancanza di specificità rende l’atto inidoneo a raggiungere il suo scopo e ne determina, appunto, l’inammissibilità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in commento ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Suprema Corte: la redazione di un ricorso non può essere superficiale o ripetitiva. È necessario uno studio approfondito della sentenza impugnata per individuare vizi concreti e specifici.

Le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono neutre. Oltre alla conferma definitiva della condanna, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di appelli palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. Pertanto, la scelta di ricorrere in Cassazione deve essere sempre ponderata e supportata da motivi di ricorso solidi, specifici e pertinenti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché privo di specificità, in quanto si limitava a riproporre argomentazioni già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare vizi di legittimità concreti.

Qual era l’unico motivo del ricorso?
L’unico motivo di ricorso riguardava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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