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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per false dichiarazioni. L’appello è stato respinto per la genericità dei motivi e per un errato calcolo della prescrizione, che non teneva conto dei periodi di sospensione. La Corte ha ribadito i requisiti di specificità richiesti per un valido atto di impugnazione.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Requisiti di Specificità

Con l’ordinanza n. 10030/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni, chiarendo quando un’istanza si qualifica come un ricorso inammissibile. Il caso in esame riguarda un individuo condannato per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, il cui ricorso è stato rigettato per la manifesta infondatezza e la genericità dei motivi addotti. Questa decisione offre spunti fondamentali sul corretto calcolo della prescrizione e sulla necessità di una critica argomentata nelle impugnazioni.

I Fatti del Processo

Il ricorrente era stato condannato in primo grado per il reato di cui all’art. 495 del codice penale, per aver fornito false attestazioni sulla propria identità a un pubblico ufficiale. La Corte d’Appello di Genova, con sentenza del 24 maggio 2023, aveva parzialmente riformato la decisione, disapplicando la recidiva e riducendo la pena, ma confermando la responsabilità penale dell’imputato.

Contro questa sentenza, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione basato su tre motivi principali:
1. La presunta estinzione del reato per intervenuta prescrizione.
2. Una contestazione generale della sua responsabilità penale.
3. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i tre motivi di ricorso, dichiarandoli tutti inammissibili per diverse ragioni, riconducibili principalmente alla loro manifesta infondatezza e genericità. L’analisi dei giudici evidenzia l’importanza di rispettare i requisiti formali e sostanziali previsti dal codice di procedura penale per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile.

Primo Motivo: Il Calcolo Errato della Prescrizione

Il ricorrente sosteneva che il reato fosse prescritto. Tuttavia, la Corte ha smontato questa tesi con un calcolo puntuale. Al termine massimo di prescrizione (sette anni e sei mesi, con scadenza 19 gennaio 2023) andavano aggiunti 210 giorni di sospensione dovuti all’astensione dei difensori in due distinti periodi nel 2017. Di conseguenza, il termine di prescrizione effettivo slittava al 17 agosto 2023, una data successiva alla sentenza di secondo grado. Il motivo è stato quindi ritenuto manifestamente infondato.

Secondo e Terzo Motivo: La Genericità dell’Impugnazione

I giudici hanno considerato il secondo e il terzo motivo come mere “doglianze” di fatto. Il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. Questo tipo di impugnazione, che non assolve alla funzione tipica di critica, è considerato solo apparentemente specifico e quindi inammissibile.
In particolare, riguardo alle attenuanti generiche, il ricorso non indicava quali elementi favorevoli fossero stati trascurati dalla Corte d’Appello, impedendo così al giudice di legittimità di esercitare il proprio sindacato. La mancanza dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale ha reso il motivo generico e indeterminato.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, il calcolo della prescrizione deve tenere conto di tutti i periodi di sospensione previsti dalla legge. Un errore in questo calcolo rende il relativo motivo di ricorso manifestamente infondato. In secondo luogo, un’impugnazione non può essere una semplice ripetizione di argomenti già esaminati. Deve, invece, contenere una critica specifica, puntuale e logica alla sentenza che si contesta, evidenziando gli errori di diritto o i vizi di motivazione in cui sarebbe incorso il giudice precedente. La mancanza di tale specificità trasforma l’atto in un ricorso inammissibile, poiché non consente al giudice dell’impugnazione di comprendere e valutare le censure mosse.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per accedere al giudizio di legittimità, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia, ma è necessario articolare le proprie ragioni in modo chiaro, specifico e pertinente. La Corte ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione che rispettino rigorosamente i requisiti di legge, pena la loro inefficacia.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità dei motivi?
Un ricorso è considerato generico, e quindi inammissibile, quando si limita a ripetere argomentazioni già respinte nei gradi precedenti senza una critica specifica e argomentata della sentenza impugnata, oppure quando non indica con precisione gli elementi che si presume siano stati trascurati dal giudice, come nel caso della richiesta di attenuanti generiche.

Come si calcola la prescrizione di un reato in presenza di periodi di sospensione?
Al termine di prescrizione ordinario del reato devono essere sommati tutti i giorni dei periodi di sospensione del procedimento, come quelli causati dall’astensione dei difensori dalle udienze. Questo calcolo posticipa la data effettiva di estinzione del reato.

Cosa succede se la prescrizione del reato matura dopo la sentenza di appello?
Se il reato si estingue per prescrizione dopo l’emissione della sentenza di secondo grado, la condanna rimane valida. Il ricorso in Cassazione non può basarsi sulla prescrizione se questa non era ancora maturata al momento del giudizio di appello, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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