Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Requisiti di Specificità
Presentare un ricorso in Cassazione non è un atto formale, ma richiede una critica precisa e argomentata della sentenza che si intende impugnare. Quando i motivi di appello vengono semplicemente riproposti senza un’analisi puntuale delle motivazioni del giudice precedente, si rischia una declaratoria di ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce proprio questo punto, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi come requisito essenziale per l’accesso al giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso: Dalla Condanna per Frode Informatica al Ricorso
Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo per il reato di frode informatica, previsto dall’articolo 640 ter del codice penale. Non accettando la decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a un unico motivo con cui contestava la correttezza della motivazione della sentenza di secondo grado.
La Decisione della Corte e la Definizione di Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte, con una decisione tanto sintetica quanto chiara, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa pronuncia non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale, valutando se il ricorso possiede i requisiti minimi per essere esaminato. In questo caso, la risposta è stata negativa.
Perché il Ricorso è Stato Ritenuto Apparente e non Specifico
I giudici di legittimità hanno osservato che i motivi presentati dal ricorrente non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelli già esposti e discussi nel giudizio d’appello. La Corte d’Appello aveva già fornito risposte puntuali a quelle stesse argomentazioni, come si evinceva dalle pagine 6 e 7 della sentenza impugnata. Riproporre le medesime questioni senza confrontarsi criticamente con le risposte del giudice precedente trasforma il ricorso in un atto meramente apparente, privo della specificità richiesta dalla legge.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La motivazione della Cassazione si concentra sulla funzione tipica dell’atto di impugnazione. Un ricorso efficace non può limitarsi a riaffermare la propria tesi, ma deve assolvere alla “tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso”. In altre parole, il ricorrente ha l’onere di spiegare perché le ragioni esposte dal giudice di merito sono errate, illogiche o contrarie alla legge. La semplice riproposizione dei motivi d’appello equivale a non formulare alcuna critica specifica alla sentenza impugnata, rendendo di fatto il ricorso inutile e, perciò, inammissibile.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza; è necessario costruire un’argomentazione legale che demolisca, punto per punto, il ragionamento del giudice che l’ha emessa. La declaratoria di ricorso inammissibile comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. Una lezione importante sull’importanza della tecnica e della specificità nella redazione degli atti giudiziari.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione ripete semplicemente i motivi già presentati in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione ritiene che una simile pratica, definita “pedissequa reiterazione”, non assolva alla funzione di critica argomentata contro la sentenza impugnata, rendendo i motivi non specifici ma solo apparenti.
Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta due conseguenze principali: la sentenza di condanna diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, in questo caso pari a tremila euro.
Qual è la funzione principale di un motivo di ricorso secondo la Cassazione?
La funzione tipica di un motivo di ricorso è quella di sviluppare una critica argomentata e specifica contro la sentenza che si sta impugnando. Non è sufficiente riesporre le proprie ragioni, ma è necessario dimostrare perché il ragionamento del giudice precedente è errato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35053 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35053 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME ATTIA NOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/12/2024 della CORTE APPELLO di BRESCIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME, ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità per il reato di cui all’art. 640 ter cod. pe indeducibile perché fondato su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla corte di merito (si vedano particolare pagg. 6-7 della sentenza impugnata), dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 12/09/2025