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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un condannato contro il diniego di misure alternative alla detenzione. Il motivo principale del rigetto risiede nella natura del ricorso stesso, giudicato generico e volto a una mera rivalutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La Corte sottolinea che l’appello non affrontava specificamente le motivazioni del Tribunale di Sorveglianza, basate su carichi pendenti recenti, violazioni della sorveglianza speciale e assenza di lavoro. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: limiti e conseguenze secondo la Cassazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede una tecnica giuridica precisa e una profonda comprensione dei limiti del giudizio di legittimità. Un errore comune, che conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, è quello di riproporre questioni di fatto già valutate nei gradi di merito. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questo principio, delineando le conseguenze per chi tenta di ottenere una nuova valutazione delle prove anziché contestare vizi di legge.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato a una pena di otto anni e sette mesi di reclusione, si vedeva respingere dal Tribunale di Sorveglianza la richiesta di ammissione a misure alternative alla detenzione, quali la detenzione domiciliare e l’affidamento in prova al servizio sociale. Contro tale decisione, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando l’erronea applicazione della legge in materia di concessione dei benefici.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un punto cardine del nostro ordinamento processuale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può riesaminare i fatti o le prove, ma deve limitarsi a verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente le norme di diritto e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Il ricorrente, secondo la Corte, aveva presentato un’impugnazione che, in sostanza, chiedeva una rilettura alternativa delle fonti istruttorie, un’attività estranea al sindacato di legittimità. Invece di evidenziare specifici errori di diritto, l’appello si configurava come una generica contestazione della valutazione operata dal Tribunale di Sorveglianza.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Ritenuto Inammissibile?

La Corte ha specificato in modo dettagliato le ragioni dell’inammissibilità. In primo luogo, il motivo di ricorso era aspecifico, poiché non si confrontava compiutamente con l’intera architettura motivazionale dell’ordinanza impugnata. Il Tribunale di Sorveglianza, infatti, non aveva basato il proprio diniego esclusivamente sulla vita pregressa del condannato, come sostenuto dalla difesa.

La decisione del giudice di merito poggiava su una pluralità di elementi concreti e attuali:

1. Carichi pendenti recenti: La presenza di nuove pendenze giudiziarie, inclusa un’accusa per oltraggio a pubblico ufficiale, indicava una persistente tendenza a delinquere.
2. Violazioni della sorveglianza speciale: Le informazioni fornite dalla Questura evidenziavano che il soggetto aveva ripetutamente violato le prescrizioni della misura di prevenzione cui era sottoposto.
3. Assenza di lavoro: La mancanza di un’occupazione stabile è stata considerata un ulteriore elemento negativo nella valutazione complessiva della personalità e delle prospettive di reinserimento sociale.

Il ricorso, ignorando o non contestando specificamente questi punti, si è rivelato inefficace e, pertanto, inammissibile. La Corte ha ribadito che un’impugnazione che si limita a criticare genericamente la decisione senza smontare punto per punto le argomentazioni del giudice è destinata al fallimento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: è inutile e controproducente presentare un ricorso che si limiti a contestare la valutazione dei fatti. L’appello deve concentrarsi sull’individuazione di precisi vizi di legge o di motivazione (illogicità manifesta, contraddittorietà). Le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono neutre: il ricorrente, oltre a vedere confermata la decisione a lui sfavorevole, viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, nel caso di specie pari a tremila euro, alla Cassa delle ammende. Si tratta, quindi, di una lezione importante sull’importanza della specificità e del rigore tecnico nella redazione degli atti giudiziari.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, invece di denunciare vizi di legge, si limita a proporre una diversa valutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito, oppure quando i motivi sono generici e non si confrontano specificamente con le argomentazioni della decisione impugnata.

Quali elementi ha considerato il Tribunale di Sorveglianza per negare le misure alternative in questo caso?
Il Tribunale ha basato la sua decisione non solo sulla vita precedente del condannato, ma soprattutto su elementi attuali come i carichi pendenti recenti, la ripetuta violazione della misura di sorveglianza speciale e l’assenza di un’attività lavorativa.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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