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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in materia di stupefacenti. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, che si limitavano a ripetere le doglianze già respinte in appello senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Il caso evidenzia l’importanza della specificità nell’atto di impugnazione.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma un atto che richiede precisione e rigore. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio cardine del nostro sistema processuale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando i motivi di appello sono generici e si limitano a ripetere argomenti già vagliati. Analizziamo questa decisione per capire perché la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Catania nel 2016. Un individuo veniva ritenuto colpevole per un reato legato agli stupefacenti, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990 (ipotesi di lieve entità), e condannato a una pena di 8 mesi e 27 giorni di reclusione, oltre a una multa di 2.000 euro.

La sentenza veniva confermata nel 2023 dalla Corte d’Appello di Catania. Insoddisfatto, l’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a due motivi principali.

I Motivi del Ricorso e il Conseguente Ricorso Inammissibile

L’imputato lamentava due presunte violazioni di legge e vizi di motivazione:

1. Errata applicazione della recidiva: Contestava il fatto che i giudici non avessero escluso l’aggravante della recidiva specifica e reiterata.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si doleva del diniego delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto ridurre la pena.

Tuttavia, come evidenziato dalla Corte di Cassazione, questi motivi non erano nuovi. Essi costituivano una “pedissequa reiterazione” di doglianze già formulate in appello e motivatamente respinte dai giudici di secondo grado. Questa mancanza di novità e di confronto critico con la sentenza d’appello ha portato la Suprema Corte a dichiarare il ricorso inammissibile per difetto di specificità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha chiarito che la funzione di un’impugnazione è quella di realizzare una “critica argomentata” del provvedimento che si contesta. L’appellante non può limitarsi a riproporre le stesse tesi, ma deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il proprio dissenso rispetto alla motivazione della sentenza impugnata.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione sintetica ma precisa per le sue decisioni:

* Sulla recidiva: Era stata correttamente applicata tenendo conto della specificità dei precedenti penali e delle date di commissione dei reati, elementi che indicavano una “perseverante inclinazione a delinquere” e una maggiore pericolosità sociale.
* Sulle attenuanti generiche: Il diniego era giustificato dal fatto che la confessione dell’imputato, di fronte a prove schiaccianti, non appariva come un segno di genuino pentimento. Inoltre, i precedenti penali e le modalità della condotta denotavano una “non occasionalità” del comportamento illecito.

Il ricorso presentato in Cassazione ignorava completamente questa motivazione, limitandosi a contestazioni generiche. Di conseguenza, è venuta meno la funzione stessa del ricorso, che è quella di “attaccare” il provvedimento con una critica puntuale, non di ignorarlo. Questo ha reso inevitabile la declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale: un ricorso, specialmente in Cassazione, non può essere una semplice riproposizione di argomenti precedenti. È necessario un confronto dialettico e specifico con le ragioni esposte dal giudice del grado inferiore. Limitarsi a un “copia e incolla” dei motivi d’appello equivale a destinare il ricorso a un esito negativo certo, con l’ulteriore conseguenza della condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che ogni impugnazione deve essere costruita come una critica mirata e argomentata, pena l’inevitabile rigetto per ragioni procedurali, prima ancora che di merito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi in modo specifico e critico con le motivazioni della sentenza impugnata. Mancava, quindi, del requisito di specificità richiesto dalla legge.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la Corte?
Secondo la Corte, la funzione tipica dell’impugnazione è quella di una critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce. Deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta, confrontandosi puntualmente con le argomentazioni della decisione contestata.

Quali sono le conseguenze di una declaratoria di inammissibilità del ricorso?
Alla declaratoria di inammissibilità consegue, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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