Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma Condanna per Furto di Energia
Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente dissentire dalla decisione; è fondamentale articolare critiche precise e pertinenti. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché basato su argomentazioni troppo generiche. Questa analisi esplora il caso di un imputato condannato per furto di energia elettrica, il cui tentativo di contestare la sentenza di secondo grado si è scontrato con la rigorosa valutazione della Suprema Corte.
I Fatti del Processo e l’Appello in Cassazione
La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto di energia elettrica. La Corte di Appello di una città del sud Italia aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo provata la responsabilità dell’imputato. Non rassegnato, l’uomo ha deciso di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione.
Tuttavia, come vedremo, il modo in cui è stato formulato il ricorso si è rivelato fatale per le sue sorti processuali.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 7 febbraio 2024, ha chiuso definitivamente la questione. I giudici hanno stabilito che il ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile. La ragione di tale drastica decisione non risiede nel merito della colpevolezza dell’imputato, ma esclusivamente nella modalità con cui è stato presentato l’appello.
La Corte ha osservato che l’unico motivo di ricorso si risolveva in “mere proposizioni astratte prive di reale confronto critico rispetto alle ragioni della decisione”. In altre parole, l’imputato non ha contestato punto per punto le motivazioni della Corte di Appello, ma si è limitato a formulare obiezioni generiche e teoriche, senza calarle nel contesto specifico della sentenza impugnata.
Le Motivazioni della Decisione
Alla base della declaratoria di inammissibilità vi è un principio cardine del diritto processuale: chi impugna una decisione ha l’onere di specificare chiaramente quali parti della sentenza contesta e per quali ragioni giuridiche. Un ricorso che si limita a enunciazioni di principio o a critiche vaghe, senza un confronto serrato con la logica argomentativa del giudice precedente, non assolve a questa funzione. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità delle motivazioni.
Nel caso di specie, il ricorso non ha superato questa soglia di specificità. Di conseguenza, i giudici hanno ritenuto di non poter nemmeno entrare nel merito della questione. L’esito è stato la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque intenda intraprendere la via del ricorso per cassazione. Dimostra che la forma e la sostanza dell’atto di impugnazione sono cruciali. È indispensabile che i motivi siano specifici, pertinenti e che dialoghino criticamente con la sentenza che si intende demolire. Proposizioni astratte o lamentele generiche sono destinate a essere respinte, con l’ulteriore aggravio di costi significativi per il ricorrente. La decisione sottolinea, quindi, la necessità di un’assistenza legale qualificata e meticolosa nella redazione di atti così delicati.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i suoi motivi sono stati giudicati dalla Corte di Cassazione come “mere proposizioni astratte”, prive di un confronto critico specifico con le ragioni esposte nella sentenza della Corte di Appello.
Qual era l’accusa per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado per il reato di furto di energia elettrica.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente dopo la decisione della Cassazione?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7814 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 7814 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 07/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/06/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME[NI;
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza con cui la Corte di appello di Palermo ne ha confermato la condanna per il furto di energia elettrica;
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso si risolve in mere proposizioni astratte prive di reale confronto critico rispetto alle ragioni della decisione;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende,
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 07/02/2024