LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa. La decisione si fonda sulla genericità e non specificità dei motivi di appello, che si limitavano a riproporre argomenti già valutati e respinti nel grado precedente, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato giudicato infondato, poiché la Corte d’Appello aveva implicitamente ma adeguatamente motivato il diniego, evidenziando la gravità del fatto e la pericolosità sociale del ricorrente. La sentenza sottolinea l’importanza di formulare un ricorso che critichi specificamente le ragioni della decisione contestata per evitare la declaratoria di un ricorso inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Generico

Nel processo penale, la precisione è tutto. Presentare un’impugnazione senza affrontare specificamente i punti della sentenza che si intende contestare può portare a una conseguenza drastica: la dichiarazione di ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, offrendo importanti spunti sulla corretta redazione degli atti di impugnazione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna per il reato di truffa, confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a cinque motivi. I primi quattro motivi denunciavano, sotto vari profili, la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione all’affermazione della sua responsabilità penale, sia per quanto riguarda l’intenzione di commettere il reato (elemento soggettivo), sia per il suo contributo concorsuale alla truffa. L’ultimo motivo, invece, lamentava la mancata motivazione sul diniego delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto l’impugnazione nella sua interezza, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’atto stesso. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è stato Giudicato Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e consolidate nella giurisprudenza. I motivi che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità sono essenzialmente due.

La Genericità e Aspecificità dei Motivi di Ricorso

I primi quattro motivi sono stati considerati generici e aspecifici. La Corte ha osservato che l’imputato non aveva formulato critiche mirate contro la logica della sentenza d’appello, ma si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio precedente. Secondo i giudici di legittimità, un ricorso è inammissibile quando manca una reale correlazione tra le ragioni esposte nella decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione. In altre parole, non basta ripetere le proprie tesi; è necessario spiegare perché il giudice d’appello ha sbagliato nel respingerle. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, aveva già esplicitato in modo corretto le ragioni della condanna, analizzando sia la condotta truffaldina sia l’intenzionalità dell’imputato.

La Motivazione Implicita sul Diniego delle Attenuanti

Anche il quinto motivo, relativo alle circostanze attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse, di fatto, motivato la sua decisione, seppur implicitamente. Nel valutare la non applicabilità dell’art. 131-bis c.p. (causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto), il giudice di merito aveva escluso un trattamento favorevole in ragione della ‘portata offensiva del fatto’ e della ‘accentuata pericolosità sociale del ricorrente’, desunta dai suoi numerosi precedenti penali. Questo ragionamento, secondo la Suprema Corte, conteneva già in sé le ragioni per cui non potevano essere concesse nemmeno le attenuanti generiche, rendendo superfluflua una motivazione esplicita e separata sul punto.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre una lezione cruciale per la pratica forense: un’impugnazione deve essere un dialogo critico con la sentenza che si contesta, non un monologo che ripete argomenti già spesi. Per superare il vaglio di ammissibilità, specialmente in Cassazione, è indispensabile che i motivi di ricorso individuino con precisione le lacune, le contraddizioni o gli errori di diritto presenti nella motivazione del giudice precedente. Limitarsi a riaffermare la propria versione dei fatti, senza smontare pezzo per pezzo il ragionamento avversato, espone al rischio concreto di un ricorso inammissibile, con la conseguente condanna alle spese e la definitiva chiusura del processo.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base di questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono generici, non specifici e si limitano a riproporre le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice precedente, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata.

È valida una motivazione implicita per negare le circostanze attenuanti generiche?
Sì, secondo questa decisione. La Corte ha ritenuto che la motivazione sul diniego delle attenuanti potesse essere desunta implicitamente da altre argomentazioni presenti in sentenza, come quelle usate per escludere la particolare tenuità del fatto, basate sulla gravità della condotta e sulla pericolosità sociale dell’imputato.

Cosa si intende per motivo di ricorso ‘generico’?
Un motivo è ‘generico’ quando non critica specificamente il percorso logico-giuridico della sentenza impugnata, ma si limita a riproporre le proprie tesi difensive in modo astratto o a ripetere argomenti già esaminati, mancando così di correlazione con la decisione che si contesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati