LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6189/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua genericità. L’imputato, condannato per il reato di evasione, aveva presentato un appello privo di critiche specifiche e dettagliate contro la sentenza di secondo grado. La Corte ha sottolineato che un’impugnazione, per essere valida, deve correlare le proprie argomentazioni con le motivazioni della decisione impugnata, altrimenti risulta aspecifica. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Importanza della Specificità nell’Impugnazione Penale

Presentare un ricorso in Cassazione è un momento cruciale del processo penale, ma non è sufficiente dissentire dalla decisione di un giudice. È fondamentale articolare le proprie ragioni in modo chiaro, specifico e pertinente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda proprio questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile per genericità. Questo caso offre una lezione preziosa sull’importanza di formulare un’impugnazione che dialoghi criticamente con la sentenza impugnata, pena la sua bocciatura prima ancora di un esame nel merito.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che confermava la sua condanna per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. La difesa sosteneva che il giudice d’appello avrebbe dovuto prosciogliere l’imputato secondo quanto previsto dall’art. 129 del codice di procedura penale. Tuttavia, il ricorso non si è limitato a riproporre questa tesi, ma lo ha fatto in modo non adeguato, portando la Suprema Corte a intervenire.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della questione – ovvero se l’imputato dovesse essere assolto o meno – ma si è fermata a un gradino prima, valutando la qualità stessa dell’atto di impugnazione. La decisione si fonda su un vizio procedurale ben preciso: la genericità e l’aspecificità dei motivi addotti dal ricorrente.

Le Motivazioni: la Correlazione tra Ricorso e Sentenza Impugnata

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni. La Cassazione ha stabilito che il ricorso era “generico in quanto privo di effettiva censura”. Ma cosa significa esattamente?

La Corte ha spiegato che un ricorso è inammissibile quando manca “ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione”. In altre parole, non è sufficiente esporre le proprie tesi difensive; è necessario dimostrare in che modo la sentenza di secondo grado abbia sbagliato, contestando punto per punto le sue argomentazioni. L’atto di appello non può “ignorare le affermazioni del provvedimento censurato”, altrimenti cade nel vizio di aspecificità.

La Suprema Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (sentenza n. 34270 del 2007), ribadendo un principio consolidato: l’impugnazione deve essere un dialogo critico con la decisione precedente, non un monologo che ripropone le stesse argomentazioni già respinte, senza confrontarsi con le ragioni del rigetto. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza è un monito fondamentale per ogni difensore. La redazione di un atto di impugnazione richiede un’analisi meticolosa e critica della sentenza che si intende contestare. Non basta avere ragione nel merito; è indispensabile saper articolare tale ragione secondo i canoni procedurali. Un ricorso efficace deve smontare pezzo per pezzo il ragionamento del giudice precedente, evidenziandone le falle, le contraddizioni o gli errori di diritto. Limitarsi a ripetere le proprie tesi senza questo confronto diretto è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di spese per l’assistito.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando manca ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate nella decisione impugnata e i motivi posti a fondamento dell’atto di impugnazione stesso.

Cosa accade se un atto di impugnazione ignora le affermazioni del provvedimento che contesta?
Secondo l’ordinanza, l’atto cade nel vizio di aspecificità, una causa che ne determina l’inammissibilità e impedisce al giudice di esaminare il caso nel merito.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria, in questo caso stabilita in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati