Ricorso Inammissibile: L’Importanza della Specificità nell’Impugnazione Penale
Presentare un ricorso in Cassazione è un momento cruciale del processo penale, ma non è sufficiente dissentire dalla decisione di un giudice. È fondamentale articolare le proprie ragioni in modo chiaro, specifico e pertinente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda proprio questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile per genericità. Questo caso offre una lezione preziosa sull’importanza di formulare un’impugnazione che dialoghi criticamente con la sentenza impugnata, pena la sua bocciatura prima ancora di un esame nel merito.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che confermava la sua condanna per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. La difesa sosteneva che il giudice d’appello avrebbe dovuto prosciogliere l’imputato secondo quanto previsto dall’art. 129 del codice di procedura penale. Tuttavia, il ricorso non si è limitato a riproporre questa tesi, ma lo ha fatto in modo non adeguato, portando la Suprema Corte a intervenire.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della questione – ovvero se l’imputato dovesse essere assolto o meno – ma si è fermata a un gradino prima, valutando la qualità stessa dell’atto di impugnazione. La decisione si fonda su un vizio procedurale ben preciso: la genericità e l’aspecificità dei motivi addotti dal ricorrente.
Le Motivazioni: la Correlazione tra Ricorso e Sentenza Impugnata
Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni. La Cassazione ha stabilito che il ricorso era “generico in quanto privo di effettiva censura”. Ma cosa significa esattamente?
La Corte ha spiegato che un ricorso è inammissibile quando manca “ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione”. In altre parole, non è sufficiente esporre le proprie tesi difensive; è necessario dimostrare in che modo la sentenza di secondo grado abbia sbagliato, contestando punto per punto le sue argomentazioni. L’atto di appello non può “ignorare le affermazioni del provvedimento censurato”, altrimenti cade nel vizio di aspecificità.
La Suprema Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (sentenza n. 34270 del 2007), ribadendo un principio consolidato: l’impugnazione deve essere un dialogo critico con la decisione precedente, non un monologo che ripropone le stesse argomentazioni già respinte, senza confrontarsi con le ragioni del rigetto. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza è un monito fondamentale per ogni difensore. La redazione di un atto di impugnazione richiede un’analisi meticolosa e critica della sentenza che si intende contestare. Non basta avere ragione nel merito; è indispensabile saper articolare tale ragione secondo i canoni procedurali. Un ricorso efficace deve smontare pezzo per pezzo il ragionamento del giudice precedente, evidenziandone le falle, le contraddizioni o gli errori di diritto. Limitarsi a ripetere le proprie tesi senza questo confronto diretto è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di spese per l’assistito.
 
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando manca ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate nella decisione impugnata e i motivi posti a fondamento dell’atto di impugnazione stesso.
Cosa accade se un atto di impugnazione ignora le affermazioni del provvedimento che contesta?
Secondo l’ordinanza, l’atto cade nel vizio di aspecificità, una causa che ne determina l’inammissibilità e impedisce al giudice di esaminare il caso nel merito.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria, in questo caso stabilita in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6189 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 6189  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 08/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a VERONA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 26/04/2023 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminato il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso con cui si censura la decisione nella parte in cui non avre provveduto ad assolvere l’imputato ex art. 129 cod. proc. pen. in ordine al delitto di cui all’ 385 cod. pen. risulta generico in quanto privo di effettiva censura;
rilevato che, infatti, il ricorso è inammissibile per genericità dei motivi se manca indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quel poste a fondamento dell’atto di impugnazione, che non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato, senza cadere nel vizio di aspecificità (tra tante, Sez. 4, n. 34270 03/07/2007, Scicchitano, Rv. 236945);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 08/01/2024.