Ricorso Inammissibile: Conseguenze di un Appello Generico secondo la Cassazione
Presentare un appello è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato correttamente. Un ricorso inammissibile non solo impedisce al giudice di esaminare il caso nel merito, ma può comportare significative conseguenze economiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di quando un ricorso viene respinto per la sua genericità e delle sanzioni che ne derivano.
I Fatti del Caso
Il caso analizzato trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino. L’imputato contestava la sua condanna, sollevando questioni relative alla presunta violazione dell’articolo 507 del codice di procedura penale e alla corretta configurazione del reato previsto dall’articolo 337 del codice penale (resistenza a un pubblico ufficiale). Tuttavia, il suo appello alla Corte di Cassazione non ha introdotto nuovi elementi o critiche puntuali alla decisione di secondo grado.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte, con una sintetica ma incisiva ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione significa che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate dall’imputato. Non hanno valutato se la Corte d’Appello avesse ragione o torto, perché l’atto di impugnazione stesso era viziato alla radice, impedendo qualsiasi ulteriore esame.
Le Motivazioni: Perché un Ricorso è Dichiarato Inammissibile?
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un principio consolidato della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso. Le motivazioni dell’inammissibilità sono state principalmente due:
1. Genericità e Ripetitività: I motivi presentati dal ricorrente sono stati definiti “generici e meramente riproduttivi” di profili già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato si è limitato a ripetere le stesse argomentazioni del processo precedente, senza spiegare perché la valutazione dei giudici d’appello fosse errata.
2. Mancanza di Critica Specifica: Un ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi inferiori. Per questo, è necessario che il ricorso articoli una critica argomentata e specifica contro la logica giuridica della sentenza impugnata, cosa che in questo caso non è avvenuta.
Le Conclusioni: Le Conseguenze Economiche di un Ricorso Inammissibile
La declaratoria di inammissibilità non è stata priva di conseguenze per il ricorrente. La Corte, infatti, lo ha condannato a due pagamenti distinti:
* Il pagamento delle spese processuali: una conseguenza standard per la parte la cui impugnazione viene respinta.
* Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: questa è una vera e propria sanzione. Viene applicata quando si ritiene che il ricorrente abbia agito con “colpa nella determinazione della causa di inammissibilità” (come stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000). Ciò accade quando il ricorso è proposto in modo negligente o superficiale, senza una seria probabilità di successo, abusando di fatto dello strumento processuale. Questa ordinanza ribadisce un importante monito: le impugnazioni devono essere ponderate e fondate su solide argomentazioni giuridiche, altrimenti il rischio non è solo la conferma della condanna, ma anche un ulteriore aggravio economico.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi erano generici e si limitavano a riproporre le stesse censure già correttamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica alla sentenza impugnata.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
La sanzione economica è sempre prevista in caso di ricorso inammissibile?
La sanzione pecuniaria viene irrogata quando la Corte ritiene che il ricorso sia stato proposto con colpa, ovvero in assenza di serie possibilità di accoglimento, determinando così la causa di inammissibilità. Non è automatica ma dipende da una valutazione discrezionale dei giudici sulla base della fondatezza del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2702 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2702 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME COGNOME
Data Udienza: 22/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: RAGIONE_SOCIALE nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 10/05/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
A
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe; esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce due motivi generici e meramente riproduttivi dei medesimi profili di censura in merito alla ritenuta violazione dell’art. 507 proc. pen. ed alla configurabilità del reato di cui all’art. 337 cod. pen. già adeguatamente vagl e disattesi con corretti argomenti giuridici dalla sentenza impugnata (si vedano le pagine da 4 8);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa delle ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 22 dicembre 2023.