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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2409/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua eccessiva genericità. L’imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di ricettazione, ha presentato un ricorso che non specificava le critiche alla sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che un’impugnazione, per essere valida, deve contenere doglianze specifiche e non limitarsi a denunce astratte, confermando la condanna e aggiungendo il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Ricorso Inammissibile per Genericità: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui la difesa ha l’opportunità di contestare la legittimità di una sentenza di condanna. Tuttavia, affinché la Corte possa esaminare il caso, l’atto di impugnazione deve rispettare requisiti di forma e sostanza ben precisi. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce cosa accade quando un appello è vago e generico, portando a un ricorso inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso in esame ha origine da una condanna per il delitto di ricettazione emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Napoli. L’imputato, riconosciuto colpevole, decideva di presentare ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna.

Il difensore dell’imputato, nel suo atto di ricorso, si limitava a denunciare la mancata applicazione di una norma del codice di procedura penale (l’art. 129 c.p.p.), che prevede il proscioglimento in determinate circostanze. Tuttavia, l’atto mancava di elementi fondamentali per essere considerato valido.

La Decisione della Corte: Focus sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso presentato semplicemente inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dei requisiti di ammissibilità dell’impugnazione.

Secondo i giudici, il ricorso era affetto da una ‘genericità’ insuperabile. La difesa non aveva chiarito quali elementi avrebbero dovuto imporre un proscioglimento né aveva formulato specifiche doglianze per confutare la logica e le argomentazioni della sentenza emessa dalla Corte d’Appello. In sostanza, il ricorso era un guscio vuoto, privo della sostanza necessaria per avviare un serio confronto dialettico con la decisione impugnata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio fondamentale secondo cui un ricorso in Cassazione non può essere una mera ripetizione di richieste già avanzate o una generica lamentela. È necessario che l’appellante individui con precisione i punti della sentenza che intende contestare e articoli delle critiche specifiche, logiche e pertinenti, capaci di minare la solidità del ragionamento seguito dai giudici dei precedenti gradi di giudizio.

Nel caso di specie, limitarsi a invocare un articolo di legge senza spiegare perché e come dovesse essere applicato al caso concreto si è rivelata una strategia fallimentare. La mancanza di ‘specifiche doglianze a confutazione della motivazione’ ha reso impossibile per la Corte Suprema procedere a un esame di merito, trasformando l’atto in un esercizio di stile privo di efficacia giuridica.

Le Conclusioni: L’Importanza della Specificità nell’Appello

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: la specificità dei motivi di ricorso. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza; è indispensabile spiegare in modo dettagliato e argomentato le ragioni di tale disaccordo, confrontandosi punto su punto con la motivazione del giudice. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la mancata revisione del caso, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto in questo caso con un versamento di tremila euro alla Cassa delle Ammende. Un monito per tutti gli operatori del diritto sull’importanza di redigere atti di impugnazione chiari, completi e, soprattutto, specifici.

Perché il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per genericità. Il difensore si è limitato a denunciare la mancata applicazione di una norma senza specificare gli elementi a sostegno della sua richiesta e senza contestare con argomentazioni precise la motivazione della sentenza della Corte d’Appello.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado per il delitto di ricettazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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