Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Dovere di Specificità
L’ordinanza in esame offre un importante spunto di riflessione sui requisiti formali e sostanziali di un atto di impugnazione, in particolare quando si giunge al giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di motivi generici e privi di una reale critica alla decisione contestata. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le ragioni dietro la decisione e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un individuo, condannato in primo grado dal Tribunale di Genova per concorso in spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità (cocaina-crack), vedeva la sua pena parzialmente ridotta dalla Corte d’Appello. Nonostante la riforma favorevole, l’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando vizi di motivazione sia sull’accertamento della sua responsabilità penale, sia sul trattamento sanzionatorio applicato. Inoltre, contestava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, quello procedurale. La Corte ha ritenuto che i motivi di ricorso non rispettassero i requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge e dalla consolidata giurisprudenza. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
Le Motivazioni: Analisi del Ricorso Inammissibile
La Corte Suprema ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e in linea con i propri precedenti orientamenti. Le ragioni della declaratoria di inammissibilità possono essere sintetizzate in tre punti principali.
La Genericità dei Motivi di Ricorso
Il primo e fondamentale rilievo della Corte è che i motivi di censura erano formulati in modo generico. Il ricorrente, secondo i giudici, non ha condotto una “necessaria analisi critica delle argomentazioni poste a base della decisione impugnata”. In altre parole, non è sufficiente elencare le proprie doglianze; è indispensabile confrontarsi punto per punto con la motivazione della sentenza che si intende contestare, evidenziandone le presunte lacune, contraddizioni o errori di diritto.
La Mancata Critica alla Sentenza Impugnata
Strettamente collegato al primo punto, la Corte ha osservato che il ricorso non si confrontava con le prove pacifiche emerse nei gradi di merito, che avevano accertato la cessione della sostanza stupefacente. Per quanto riguarda la pena, la Cassazione ha sottolineato come questa fosse già inferiore alla media edittale, rendendo la censura sul punto non sufficientemente motivata. Anche la doglianza relativa all’omessa applicazione dell’art. 131-bis c.p. è stata giudicata priva di specificità, in quanto non chiariva come e perché tale richiesta fosse stata già avanzata e motivata in appello.
Conseguenze della Dichiarazione di Inammissibilità
La conseguenza diretta di un ricorso inammissibile è la condanna del ricorrente alle spese processuali e al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende. La Corte ha applicato questo principio senza ravvisare ragioni di esonero, confermando che l’accesso alla giustizia di legittimità richiede serietà e rigore nella formulazione degli atti.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un monito per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. Non basta essere in disaccordo con una decisione; è cruciale articolare un ricorso che sia specifico, pertinente e che demolisca, attraverso un’argomentazione logico-giuridica stringente, le fondamenta della sentenza impugnata. Un ricorso generico o meramente ripetitivo delle difese già svolte nei gradi precedenti è destinato a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità, con un aggravio di spese per il ricorrente e senza alcuna possibilità di vedere esaminata nel merito la propria posizione.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici, non contenevano un’analisi critica della sentenza d’appello e non si confrontavano adeguatamente con le prove accertate nei gradi di merito.
Cosa si intende per ‘analisi critica’ in un ricorso per cassazione?
Per ‘analisi critica’ si intende che il ricorrente non può limitarsi a ripetere le proprie tesi, ma deve specificamente contestare le argomentazioni della sentenza impugnata, dimostrando perché sono errate, illogiche o contrarie alla legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle Ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1358 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1358 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 23/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il 18/06/1972
avverso la sentenza del 11/11/2022 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Rilevato che l’imputato NOME COGNOME ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello di Genova, indicata in epigrafe, con la quale è stata parzialmente riformata con riduzione del trattamento sanzionatorio la pronuncia emessa il 25 settembre 2020 all’esito di giudizio abbreviato dal Tribunale di Genova, che lo ha condannato per il reato di cui all’art.110 cod. pen., 73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre 1990, n.309 commesso in Genova il 10 gennaio 2020;
considerato che i motivi di censura (vizio di motivazione su accertamento di responsabilità per spaccio di cocaina-crack e su trattamento sanzionatorio nonché su omessa applicazione dell’art.131 bis cod. pen.) non sono scanditi da necessaria analisi critica delle argomentazioni poste a base della decisione impugnata (sul contenuto essenziale dell’atto d’impugnazione, in motivazione, Sez. 6 n. 8700 del 21/1/2013, Rv. 254584; Sez. U, n. 8825 del 27/10/2016, dep. 2017, COGNOME, Rv. 268822, sui motivi d’appello, ma i cui principi possono applicarsi anche al ricorso per cassazione);
ritenuto che la censura concernente l’affermazione di responsabilità non si confronta con la pacifica prova della cessione accertata dalle conformi sentenze di merito;
rilevato che la pena irrogata è comunque inferiore alla misura media edittale (sull’onere motivazionale del giudice in ordine alla determinazione della pena, Sez. 3, n. 29968 del 22/2/2019, COGNOME, Rv. 276288-01; Sez. 2, n. 36104 del 27/4/2017, COGNOME, Rv. 271243) e che la censura inerente all’omessa applicazione dell’art.131 bis cod. pen. difetta di specificità con riguardo all’allegazione in appello;
considerato che alla inammissibilità segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, non ravvisandosi ragioni di esonero (Corte cost. n. 186/2000);
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle Ammende.
Così deciso il 23 novembre 2023
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Il Presidente