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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per il reato di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Il motivo del ricorso, incentrato sulla dosimetria della pena, è stato ritenuto generico e una mera ripetizione di argomenti già valutati. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti alla genericità dei motivi

Quando si presenta un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia percepita. È necessario articolare motivi specifici, pertinenti e che si confrontino direttamente con la decisione impugnata. Una recente ordinanza ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi erano generici e ripetitivi. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio i requisiti di un ricorso efficace.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello per il reato di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, previsto dall’art. 336 del codice penale. L’imputato, non soddisfatto della sentenza di secondo grado, ha deciso di proporre ricorso per cassazione. L’unico motivo di doglianza sollevato riguardava la ‘dosimetria della pena’, ovvero la valutazione fatta dai giudici nel quantificare la sanzione da applicare.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e, con una breve ma incisiva ordinanza, lo ha dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della questione (la correttezza della pena inflitta), poiché ha riscontrato un vizio preliminare che ha impedito ogni ulteriore valutazione. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza e genericità dei motivi proposti dal ricorrente.

Le Motivazioni: Genericità e Ripetitività dei Motivi

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi interconnessi.

In primo luogo, il motivo di ricorso è stato giudicato ‘meramente riproduttivo’ di censure che erano già state adeguatamente esaminate e respinte dai giudici dei precedenti gradi di giudizio. In pratica, l’imputato si è limitato a ripresentare le stesse argomentazioni già sconfessate in appello, senza introdurre nuovi elementi di critica specifici contro la logica della sentenza impugnata. Questo comportamento processuale non è consentito, poiché il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito dove poter ridiscutere all’infinito le stesse questionari.

In secondo luogo, e come diretta conseguenza, il motivo è stato ritenuto ‘obiettivamente generico’. La genericità si manifesta quando il ricorrente non si confronta specificamente con le argomentazioni della sentenza che intende criticare. Un ricorso efficace deve ‘dialogare’ con la decisione impugnata, evidenziandone le presunte contraddizioni, illogicità o violazioni di legge. Un’impugnazione che si limita a esporre un dissenso generico, senza attaccare puntualmente il ragionamento del giudice a quo, è destinata a essere dichiarata inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza, pur nella sua sinteticità, offre importanti spunti di riflessione. Sottolinea che l’accesso alla Corte di Cassazione è riservato a censure serie e ben argomentate. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta conseguenze economiche negative per il ricorrente. La Corte, infatti, ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione serve a disincentivare ricorsi pretestuosi o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali prospettive di accoglimento. Per gli avvocati, ciò ribadisce l’importanza di redigere atti che non si limitino a ripetere doglianze già espresse, ma che sviluppino una critica mirata e tecnicamente fondata avverso la sentenza di secondo grado.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono, tra le altre cose, meramente ripetitivi di censure già valutate nei gradi di merito o se sono oggettivamente generici e non si confrontano specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Un motivo è considerato ‘generico’ quando non critica in modo puntuale e specifico le argomentazioni della sentenza che si contesta, limitandosi a esprimere un dissenso generale senza individuare vizi logici o giuridici precisi nel ragionamento del giudice.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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