Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Dovere di Specificità
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un’opportunità cruciale per contestare una condanna. Tuttavia, non basta semplicemente dissentire; è fondamentale che l’atto di impugnazione sia formulato con precisione e pertinenza. Un’ordinanza recente ci mostra chiaramente le conseguenze di un ricorso inammissibile, ovvero redatto in modo generico e non specifico. Analizziamo insieme questo caso per capire quali sono i requisiti essenziali per un ricorso efficace e quali errori evitare.
I Fatti del Caso
Il caso in esame riguarda un individuo condannato in Corte d’Appello per il reato di rapina, previsto dall’articolo 628 del codice penale. Non accettando la sentenza, l’imputato decide di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione per contestare la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua condanna.
L’Analisi della Corte e il ricorso inammissibile
La Suprema Corte, nell’esaminare l’atto, ha immediatamente rilevato una criticità fatale: il motivo del ricorso era “generico” e “non specifico”. In altre parole, l’appellante non aveva sollevato nuove e pertinenti critiche alla sentenza della Corte d’Appello, ma si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e ritenute infondate nel precedente grado di giudizio. Questo approccio rende il ricorso inammissibile.
La legge, in particolare l’articolo 591 del codice di procedura penale, stabilisce che un ricorso è inammissibile quando i motivi non sono specifici. La specificità non è un mero formalismo, ma un requisito sostanziale. Il ricorso in Cassazione non è un terzo processo sul fatto, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione della sentenza impugnata. Pertanto, chi ricorre ha l’onere di instaurare un dialogo critico e puntuale con la decisione che intende contestare.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione sulla “mancanza di correlazione” tra le ragioni esposte nella sentenza d’appello e gli argomenti proposti nel ricorso. Riproporre le stesse difese senza spiegare perché la risposta del giudice precedente sia stata errata, illogica o illegittima, equivale a non contestarla affatto. Il giudice del gravame aveva già esaminato e confutato quelle tesi (nelle pagine 3 e 4 della sentenza, come specificato dalla Cassazione). Ignorare tale confutazione e ripresentare gli stessi punti rende il ricorso un atto sterile, incapace di innescare un reale controllo di legittimità. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza: un ricorso efficace deve essere un’analisi critica e mirata, non una semplice riproposizione di difese già sconfitte. Le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio economico. Il ricorrente è stato infatti condannato a pagare non solo le spese del procedimento, ma anche una sanzione di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questo caso serve da monito: la redazione di un atto di impugnazione richiede perizia tecnica e un confronto serio e specifico con la decisione che si contesta, altrimenti si rischia di veder naufragare le proprie ragioni prima ancora che vengano esaminate.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico e non specifico. Il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse argomentazioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata.
Cosa si intende per ‘mancanza di correlazione’ in un ricorso?
Significa che gli argomenti presentati nel ricorso non si confrontano direttamente e in modo specifico con le ragioni esposte nella decisione che si sta impugnando. In pratica, è come se il ricorso ignorasse la motivazione del giudice precedente, rendendo impossibile una valutazione sulla sua correttezza.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44163 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44163 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 12/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a TORINO il 08/02/1979
avverso la sentenza del 08/04/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità per il reato di cui all’art. 628 cod. pen., è generico perché fondato su argomenti che ripropongono le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame (si vedano in particolare le pagine 3,4 della sentenza impugnata) e, pertanto, non specifici;
che, invero, la mancanza di specificità del motivo, dalla quale, a mente dell’art. 591 comma 1 lett. c), deriva l’inammissibilità, si desume dalla mancanza di correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al pagamento della somma di euro tremila alla cassa delle ammende.
Roma, 12/11/2024