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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, considerati una mera riproduzione di censure già esaminate dalla Corte d’Appello, e sulla mancanza di specificità riguardo alla richiesta di sospensione condizionale della pena. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: i motivi di impugnazione devono essere specifici e non meramente ripetitivi. Con questa decisione, la Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per resistenza a pubblico ufficiale, evidenziando come la genericità delle censure precluda un esame nel merito della questione. Questo caso offre un’importante lezione sull’onere di precisione che grava sulla difesa nel contestare una sentenza.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di cui all’art. 337 del codice penale (resistenza a un pubblico ufficiale). L’imputato, dopo la conferma della sentenza da parte della Corte d’Appello di Brescia, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso si concentravano su due punti principali: la contestazione dell’affermazione di responsabilità penale e la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, dichiarandolo inammissibile. La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione critica della struttura e del contenuto dei motivi presentati dal ricorrente, giudicandoli inadeguati a superare il vaglio di ammissibilità.

La Genericità dei Motivi sulla Responsabilità Penale

Il primo punto cruciale riguarda la genericità delle doglianze relative alla colpevolezza. I giudici hanno osservato che i motivi di ricorso si limitavano a essere “mere enunciazioni riproduttive di censure già vagliate dalla Corte territoriale”. In altre parole, la difesa non aveva formulato critiche nuove e specifiche contro la logica argomentativa della sentenza d’appello, ma si era limitata a riproporre gli stessi argomenti già respinti, senza confrontarsi puntualmente con le motivazioni dei giudici di secondo grado. Questo approccio rende il ricorso inammissibile perché non instaura un vero dialogo critico con la decisione impugnata.

La Specificità Mancante sulla Sospensione della Pena

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla negata sospensione condizionale della pena, è stato giudicato privo di specificità. La Corte ha sottolineato che la Corte d’Appello aveva già ampiamente argomentato le ragioni del suo “giudizio prognostico negativo”, ovvero la valutazione sfavorevole sulla futura condotta dell’imputato. Il ricorso non ha contestato in modo specifico tali argomentazioni, rendendo anche questa censura inefficace.

Le Motivazioni Giuridiche

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale: l’autosufficienza e la specificità del ricorso. Per essere ammissibile, un ricorso in Cassazione non può essere una semplice riedizione delle difese svolte nei gradi di merito. Deve, invece, individuare con precisione i vizi logici o giuridici della sentenza impugnata, dimostrando perché le argomentazioni dei giudici d’appello sarebbero errate. La sentenza sottolinea che la Corte d’Appello aveva costruito un “puntuale e logico apparato argomentativo” per confermare la condanna, evidenziando la presenza di tutti i presupposti richiesti dalla norma incriminatrice. Di fronte a tale motivazione, un ricorso che non si misura con essa, ma la ignora, è destinato all’inammissibilità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rappresenta un monito per gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per Cassazione richiede uno studio approfondito e critico della sentenza di secondo grado. Non è sufficiente dissentire dalla decisione; è necessario smontarne l’impianto logico-giuridico con argomenti pertinenti e specifici. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la definitività della condanna, ma anche un aggravio di costi per il ricorrente, che viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con la condanna al pagamento di tremila euro.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base di questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile se i suoi motivi sono generici e si limitano a ripetere argomentazioni già respinte nei gradi precedenti, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono “generici”?
Significa che le critiche alla sentenza sono formulate in modo vago e non specifico, limitandosi a riproporre censure già esaminate dalla Corte d’Appello senza contestare puntualmente il suo apparato argomentativo.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, oltre alla definitiva conferma della condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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