Ricorso Inammissibile: La Guida Completa alla Decisione della Cassazione
Quando si presenta un’impugnazione, è fondamentale che questa sia formulata correttamente. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi generici, che non si confrontano in modo specifico con le ragioni della decisione impugnata. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le severe conseguenze del loro mancato rispetto.
I Fatti del Caso: Dal Furto al Ricorso in Cassazione
La vicenda giudiziaria trae origine da una condanna per il furto di un portafogli, avvenuto nello spogliatoio di un esercizio commerciale, e per il conseguente utilizzo indebito del bancomat sottratto. L’imputato era stato condannato sia in primo grado che in appello, sebbene la Corte d’Appello avesse parzialmente riformato la prima sentenza, intervenendo esclusivamente sulla quantificazione della pena.
Non soddisfatta della decisione, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la presunta violazione delle norme sulla valutazione della prova (art. 192, comma 2, c.p.p.) e un vizio nella motivazione della sentenza d’appello.
L’Appello e il Ricorso Inammissibile in Cassazione
Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede proprio nella valutazione del motivo di ricorso. I giudici di legittimità hanno ritenuto che l’atto di impugnazione fosse formulato in termini generici e astratti. Invece di contestare punto per punto il ragionamento logico-giuridico della Corte d’Appello, la difesa si era limitata a riproporre le proprie tesi senza un effettivo confronto critico con la sentenza.
Questo approccio è stato considerato non conforme ai requisiti richiesti per un’impugnazione valida. La Cassazione, richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (la nota sentenza ‘Galtelli’), ha sottolineato che i motivi di appello – e per estensione quelli di ricorso – devono essere specifici. Non basta lamentare un errore, ma è necessario spiegare perché e in che modo la decisione del giudice inferiore sarebbe viziata, dialogando direttamente con le argomentazioni contenute nel provvedimento che si intende censurare.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su un principio consolidato: l’impugnazione non può essere una semplice ripetizione di argomenti già esposti, ma deve costituire una critica mirata e puntuale della decisione contestata. Nel caso di specie, il ricorrente non ha sviluppato un confronto effettivo con le ragioni a sostegno della sentenza della Corte d’Appello, rendendo il suo ricorso privo della specificità richiesta dalla legge.
La genericità dei motivi trasforma l’impugnazione in un atto sterile, incapace di innescare il controllo di legittimità della Corte. Per questo motivo, i giudici hanno ritenuto di non poter nemmeno entrare nel merito della questione sollevata.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Costi
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Oltre a rendere definitiva la condanna, comporta l’obbligo per il ricorrente di farsi carico delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha condannato l’imputato al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questa sanzione pecuniaria è una conseguenza tipica dell’inammissibilità, applicata a meno che non sussistano ragioni di esonero, che in questo caso non sono state ravvisate. La decisione si allinea a un principio espresso dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000), che legittima tale sanzione come deterrente contro impugnazioni pretestuose o redatte senza la dovuta diligenza. Il provvedimento, quindi, non solo chiude una vicenda processuale, ma serve anche da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione specifici, pertinenti e criticamente argomentati.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono generici e non si confrontano in modo critico e specifico con le argomentazioni contenute nella sentenza che si sta impugnando. È necessario un dialogo effettivo con le ragioni della decisione, non una mera riproposizione delle proprie tesi.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata fissata in tremila euro.
È sufficiente lamentare una violazione di legge o un vizio di motivazione per un ricorso valido?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, la doglianza deve essere specifica e dimostrare, attraverso un confronto diretto con la sentenza impugnata, perché il ragionamento del giudice sarebbe errato. Una critica generica che non si confronta con le motivazioni della decisione censurata è destinata all’inammissibilità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 46142 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 46142 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/11/2024
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a CARINI il 12/09/1985
avverso la sentenza del 13/02/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
svolta la relazione dal Consigliere NOME COGNOME
OSSERVA
Rilevato che la difesa di NOME COGNOME ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte di appello di Palermo, in epigrafe indicata, con la quale è stata riformata, solo in punto pena, quella del Tribunale cittadino di condanna del predetto in abbreviato per furto di un portafogli della persona offesa NOME COGNOME riposto nello spogliatoio dell’esercizio commerciale ove questi lavorava e indebito utilizzo del bancomat dello stesso (in Palermo, il 17/8/2018);
ritenuto che il ricorso è inammissibile, avendo parte ricorrente formulato un · unico motivo, con il quale ha dedotto violazione dell’art. 192, comma 2, cod. proc. pen. e vizio della motivazione quanto all’apprezzamento degli elementi di prova, senza tuttavia un effettivo confronto con le ragioni a sostegno della decisione censurata (sui requisiti dell’atto di impugnazione Sez. U, n. 8825 del 27/10/2016, dep. 2017, COGNOME, Rv. 268822, sui motivi d’appello, ma i cui principi possono applicarsi anche al ricorso per cassazione);
che alla inammissibilità segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila alla Cassa delle ammende, non ravvisandosi ragioni di esonero quanto alla causa d’inammissibilità (Corte cost. n. 186/2000);
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Deciso il 7 novembre 2024