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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per concorso in truffa. La Corte ha stabilito che la semplice riproposizione dei motivi già respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, rende il ricorso generico e quindi inammissibile. Inoltre, è stata negata l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa della professionalità dimostrata e della predisposizione a commettere ulteriori reati, configurando un’abitualità nel comportamento che osta al beneficio.

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Pubblicato il 22 luglio 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Genericità dei Motivi d’Appello

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo delicato che richiede precisione e specificità. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda una regola fondamentale: la semplice ripetizione dei motivi già discussi in appello porta a un ricorso inammissibile. Questa ordinanza, che analizza un caso di concorso in truffa online, offre spunti cruciali sulla differenza tra una critica argomentata e una sterile riproposizione delle proprie tesi, delineando i confini per un’impugnazione efficace.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla condanna di un individuo per concorso in truffa, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione basandosi su due argomenti principali:

1. Errata applicazione della legge penale (art. 110 c.p.): Sosteneva che gli elementi a suo carico – una somma di cinquanta euro accreditata su una sua scheda e la pubblicazione del suo numero di cellulare su un sito – non fossero sufficienti a dimostrare la sua partecipazione consapevole alla truffa.
2. Errata applicazione dell’art. 131-bis c.p.: Contestava la decisione della Corte d’Appello di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ritenendo la motivazione troppo generica.

La Corte d’Appello aveva invece basato la sua decisione su un quadro indiziario più ampio, che il ricorrente aveva omesso di contestare in modo specifico.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per entrambe le questioni sollevate. La ragione principale risiede nella natura meramente ripetitiva e non specifica dei motivi presentati. La Corte ha sottolineato un principio consolidato: un ricorso per cassazione non può essere una semplice fotocopia dei motivi d’appello. Deve invece contenere una critica puntuale e argomentata della sentenza che si intende impugnare, evidenziando i vizi logici o giuridici del ragionamento del giudice precedente.

Il ricorrente, nel contestare la sua partecipazione alla truffa, si è limitato a riproporre la sua versione dei fatti, ignorando completamente gli elementi aggiuntivi valorizzati dalla Corte d’Appello, quali:

* L’irreperibilità sia del ricorrente che del suo complice.
* Il coinvolgimento di entrambi in vicende analoghe.
* Le stesse dichiarazioni dell’imputato, che affermava di non ricordare i fatti per via dell’uso di psicofarmaci.

Questa omissione ha reso il motivo di ricorso aspecifico e frammentario, poiché non si confrontava con la totalità della motivazione della sentenza d’appello.

L’Abitualità del Comportamento come Ostacolo all’Art. 131-bis c.p.

Anche il secondo motivo, relativo alla mancata applicazione della particolare tenuità del fatto, è stato respinto con una logica simile. La Corte d’Appello aveva negato il beneficio non per una generica valutazione del reato, ma sulla base di elementi concreti che indicavano una significativa capacità a delinquere e una predisposizione a commettere una serie di truffe. L’organizzazione dei mezzi e la storia criminale del soggetto delineavano un quadro di abitualità del comportamento, una condizione che per legge è ostativa alla configurazione dell’istituto previsto dall’art. 131-bis c.p.

Anche in questo caso, il ricorso si è limitato a proporre una lettura alternativa delle emergenze processuali, senza contestare la legittimità del ragionamento della Corte territoriale.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sul principio che una sentenza costituisce un “tutto coerente ed organico”. Per questo, una critica efficace non può isolare singoli punti, ma deve affrontare la struttura logica complessiva della decisione. Ripetere i motivi d’appello equivale a non assolvere alla “funzione tipica di critica puntuale” che il ricorso per cassazione esige. I motivi devono essere specifici ai sensi dell’art. 581, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale, esponendo le ragioni di fatto e di diritto che sostengono la richiesta. In assenza di questa specificità, il ricorso è solo apparentemente motivato e, pertanto, inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per la pratica legale: l’impugnazione in Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un controllo di legittimità. Per avere successo, un ricorso deve andare oltre la semplice riaffermazione della propria tesi. È necessario analizzare a fondo la sentenza impugnata, smontarne il ragionamento logico-giuridico e dimostrare dove e perché il giudice abbia sbagliato nell’applicare la legge. In caso contrario, il risultato sarà non solo la conferma della condanna, ma anche un’ulteriore condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Quando si limita a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza formulare una critica specifica e puntuale contro la motivazione della sentenza impugnata. Il ricorso deve confrontarsi con le ragioni della decisione che contesta, non ignorarle.

Perché la Corte ha escluso l’applicazione della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Perché le modalità del reato (organizzazione dei mezzi) e il coinvolgimento del ricorrente in vicende analoghe dimostravano una capacità a delinquere non comune e un’abitualità nel comportamento criminale, condizioni che sono ostative all’applicazione di tale beneficio.

Quali elementi ha considerato la Corte d’Appello per confermare il concorso in truffa?
Oltre all’accredito di denaro e alla pubblicazione del numero di telefono, la Corte ha considerato altri indizi gravi, precisi e concordanti: il fatto che sia il ricorrente che il suo complice fossero irreperibili, il loro coinvolgimento in altre vicende simili e le dichiarazioni dello stesso ricorrente che affermava di non ricordare i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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