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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché basato su un motivo generico e non specifico. L’imputato, condannato per violazioni al Codice della Strada, non ha adeguatamente contestato le motivazioni della sentenza d’appello, portando alla conferma della condanna e al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce l’onere della specificità

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso verso la sentenza impugnata. È necessario articolare motivi precisi, pertinenti e che si confrontino criticamente con la decisione dei giudici di merito. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile proprio per la sua genericità e ha condannato il ricorrente a severe conseguenze economiche. Analizziamo questa decisione per capire le implicazioni pratiche per la difesa legale.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Napoli il 9 marzo 2023. Un individuo era stato ritenuto colpevole per un reato previsto dal Codice della Strada (art. 7, comma 15-bis, d.lgs. 285/1992, aggravato ai sensi dell’art. 81 cpv. cod. pen.) e condannato alla pena di quattro mesi di arresto e 1.500,00 euro di ammenda.

La sentenza veniva confermata dalla Corte di Appello di Napoli il 9 maggio 2024. Insoddisfatto della decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, lamentando un unico motivo: violazione di legge e vizio di motivazione riguardo al riconoscimento della sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stroncato le speranze del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità del ricorso stesso.

L’analisi del motivo di ricorso

I giudici supremi hanno rilevato che il motivo presentato era del tutto “generico e aspecifico”. In pratica, il difensore non aveva indicato in modo puntuale quali fossero le ragioni di fatto e di diritto per cui la sentenza d’appello doveva essere considerata errata. Invece di contestare specifici passaggi argomentativi della decisione impugnata, il ricorso si limitava a una doglianza generale, senza confrontarsi adeguatamente con le motivazioni fornite dalla Corte di Appello. Questo tipo di impugnazione, secondo la Cassazione, non è idoneo a superare il vaglio di legittimità.

Le Conseguenze Economiche di un Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. Anzi, comporta un onere economico significativo per il ricorrente. In applicazione della legge, la Corte ha condannato l’imputato a due pagamenti:

1. Pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: in questo caso, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Il Principio Costituzionale

La Corte richiama implicitamente la sentenza della Corte Costituzionale n. 186/2000, la quale ha stabilito la legittimità di questa sanzione, ritenendo che non esistano ragioni per esonerare dal pagamento chi propone un ricorso manifestamente inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della motivazione della Corte risiede nell’articolo 591, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale, che sancisce l’inammissibilità del ricorso quando i motivi non sono specifici. La Suprema Corte ha sottolineato come la motivazione dei giudici di merito fosse logica, coerente e giuridicamente corretta nel giustificare sia la responsabilità penale dell’imputato sia l’entità della pena. Il ricorso, al contrario, non è riuscito a evidenziare alcun vizio logico-giuridico, limitandosi a una critica superficiale. La funzione della Corte di Cassazione non è quella di riesaminare i fatti del processo (come farebbe un terzo grado di giudizio), ma solo di controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso che non si attiene a questi binari è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per gli operatori del diritto. Preparare un ricorso per cassazione richiede uno studio approfondito e meticoloso della sentenza impugnata. È essenziale individuare le specifiche violazioni di legge o i vizi logici nella motivazione e articolarli in modo chiaro e puntuale. Una difesa generica non solo è inefficace, ma espone il proprio assistito a conseguenze economiche rilevanti. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del giudizio di legittimità, volto a garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali.

Perché il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo proposto era considerato generico e aspecifico. Non puntualizzava le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e non si confrontava adeguatamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, violando così il requisito di specificità richiesto dall’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata determinata in 3.000,00 euro.

Cosa significa che la motivazione dei giudici di merito era ‘immune da vizi logico-giuridici’?
Significa che il ragionamento seguito dai giudici del Tribunale e della Corte di Appello per arrivare alla condanna era coerente, logico e fondato su una corretta applicazione delle norme giuridiche. La Corte di Cassazione ha ritenuto che la motivazione spiegasse in modo valido e sufficiente le ragioni del riconoscimento della responsabilità penale e della congruità della pena, senza presentare difetti che potessero essere censurati in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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