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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per violazione delle misure di prevenzione. L’appello è stato respinto perché basato su motivi generici, giuridicamente infondati e su punti per i quali era già intervenuta una rinuncia all’impugnazione. La decisione sottolinea come un ricorso inammissibile comporti la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti delle Impugnazioni Generiche

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e giuridicamente fondati. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile a causa della genericità e dell’infondatezza delle censure mosse. Questa decisione offre spunti importanti sui requisiti di un’impugnazione efficace e sulle conseguenze di un ricorso presentato senza i dovuti presupposti.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un soggetto per il reato previsto dall’art. 75, comma 2, del d.lgs. 159/2011, ovvero la violazione di obblighi imposti da una misura di prevenzione. La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva ridotto la pena a un anno, cinque mesi e dieci giorni di reclusione, confermando la responsabilità penale dell’imputato, aggravata dalla recidiva infraquinquennale. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

L’unico motivo di ricorso articolato dalla difesa si concentrava su una presunta erronea qualificazione giuridica del fatto. Secondo il ricorrente, la condotta contestata avrebbe dovuto essere inquadrata nel reato meno grave previsto dall’art. 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità), una fattispecie dal carattere sussidiario. In altre parole, la difesa sosteneva che si dovesse applicare la norma generale invece di quella speciale prevista dal Codice Antimafia. Per quanto riguarda gli altri punti della sentenza d’appello, la difesa ha presentato censure considerate generiche o ha fatto riferimento a questioni per le quali era già intervenuta una rinuncia all’impugnazione nel precedente grado di giudizio.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dichiarandolo inammissibile de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa procedura accelerata è riservata ai ricorsi che manifestano evidenti vizi di ammissibilità. La Corte ha ritenuto che le argomentazioni difensive fossero prive di qualsiasi plausibilità giuridica e che le altre censure fossero generiche e non consentite.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su due pilastri fondamentali. In primo luogo, l’invocazione dell’art. 650 c.p. è stata giudicata errata in base al principio di specialità. Quando esiste una norma specifica (in questo caso, l’art. 75 del d.lgs. 159/2011) che punisce una determinata condotta, questa prevale sempre sulla norma generale e sussidiaria (l’art. 650 c.p.). Il tentativo di applicare la norma più favorevole era, quindi, giuridicamente infondato. In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che le restanti critiche erano mere censure generiche o riguardavano punti della decisione per i quali la difesa aveva già rinunciato all’impugnazione in appello, rendendoli non più contestabili in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La decisione conferma che un ricorso per cassazione non può essere una semplice riproposizione di argomenti generici o giuridicamente insostenibili. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è necessario presentare motivi specifici che evidenzino una chiara violazione di legge. In caso contrario, non solo l’impugnazione viene respinta senza un esame nel merito, ma il ricorrente viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su motivi giuridicamente infondati, come l’erronea richiesta di applicare una norma generale (art. 650 c.p.) al posto di quella speciale prevista dalla legge. Inoltre, le altre censure erano generiche o relative a punti per cui vi era già stata rinuncia all’impugnazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita equitativamente dalla Corte, in favore della cassa delle ammende.

Qual è il principio di specialità menzionato nella decisione?
Il principio di specialità stabilisce che, in presenza di due norme che regolano la stessa materia, la norma specifica (lex specialis) prevale su quella generale (lex generalis). Nel caso esaminato, la norma del Codice Antimafia era speciale rispetto a quella generica sull’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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