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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per la sua eccessiva genericità. Il caso riguarda un imputato condannato per truffa ed esercizio abusivo della professione. Nonostante la prescrizione dei reati, le statuizioni civili erano state confermate. La Suprema Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano astratti e non contestavano specificamente la doppia conforme motivazione dei giudici di merito, violando il principio di autosufficienza.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e il Principio di Autosufficienza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22520/2025, offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. La decisione sottolinea come un ricorso inammissibile sia la conseguenza inevitabile di motivi di impugnazione generici e non aderenti al caso concreto. Questo principio vale anche quando i reati sono estinti per prescrizione ma persistono le statuizioni civili a carico dell’imputato.

I Fatti del Caso: Esercizio Abusivo della Professione e Truffa

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Napoli per i reati di esercizio abusivo della professione forense e truffa. Successivamente, la Corte di Appello, pur dichiarando i reati estinti per intervenuta prescrizione, aveva confermato le statuizioni civili, ovvero l’obbligo di risarcire le parti danneggiate.

L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: una Difesa Debole

La difesa dell’imputato ha tentato di smontare le accuse con due argomentazioni principali:
1. Sull’esercizio abusivo della professione: Si sosteneva l’insussistenza del reato data la volontaria cancellazione dall’Albo professionale e l’assenza di un formale provvedimento di radiazione. Inoltre, si contestava la possibilità che tale reato potesse concorrere con quello di truffa.
2. Sulla truffa: Veniva lamentata una valutazione incongrua delle dichiarazioni delle persone offese, l’omissione di prove documentali e, in generale, l’assenza di artifici, raggiri e di un ingiusto profitto.

Questi motivi, tuttavia, non hanno superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

La Decisione della Cassazione: il Ricorso Inammissibile per Genericità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si fonda su un vizio fondamentale dell’atto di impugnazione: la sua genericità.

I giudici hanno rilevato che i motivi proposti erano “insuperabilmente generici” e “affatto avulsi dal contenuto della sentenza impugnata”. In altre parole, le critiche mosse dalla difesa erano astratte e non si confrontavano in modo specifico con le argomentazioni logico-giuridiche che avevano portato i giudici dei precedenti gradi di giudizio a confermare la responsabilità dell’imputato.

Le Motivazioni: la Necessità di un Ricorso Specifico e Pertinente

Il cuore della motivazione risiede nel richiamo al principio di autosufficienza del ricorso. La Corte ha ribadito che chi impugna una sentenza in Cassazione ha l’onere di indicare in modo puntuale e specifico gli atti processuali e i passaggi della sentenza che intende contestare. Non è sufficiente presentare una ricostruzione alternativa dei fatti, ma è necessario dimostrare dove e come i giudici di merito abbiano errato.

Nel caso di specie, i giudici di primo e secondo grado avevano fornito una “doppia conforme motivazione”, illustrando chiaramente gli elementi a fondamento della responsabilità: la mancanza di un titolo abilitativo, la falsa rappresentazione della propria qualità di avvocato, l’instaurazione di un rapporto di assistenza legale fittizio e l’induzione delle vittime a consegnare somme di denaro. A fronte di una motivazione così solida e dettagliata, le doglianze generiche dell’imputato sono risultate del tutto inefficaci, portando inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame rappresenta un monito fondamentale per la redazione dei ricorsi per cassazione. L’esito di un ricorso inammissibile evidenzia che l’impugnazione non può limitarsi a una generica riproposizione delle proprie tesi difensive. È invece indispensabile un’analisi critica e puntuale della sentenza impugnata, individuando specifici vizi logici o giuridici. La violazione del principio di autosufficienza rende l’impugnazione sterile e comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, cristallizzando di fatto la decisione impugnata, comprese le statuizioni civili.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile nonostante i reati fossero prescritti?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano eccessivamente generici, non specifici e scollegati dal contenuto della sentenza impugnata. La prescrizione estingue il reato ma non cancella la necessità che un eventuale ricorso contro le statuizioni civili rispetti i requisiti di legge.

Cosa significa “principio di autosufficienza” del ricorso?
Significa che il ricorso deve contenere tutti gli elementi necessari per permettere alla Corte di Cassazione di decidere, indicando puntualmente gli atti processuali che si ritengono travisati, senza che i giudici debbano cercare altrove tali informazioni. In questo caso, il ricorrente non lo ha fatto.

Cosa succede alle richieste di risarcimento danni (statuizioni civili) quando un reato è prescritto?
Come conferma questa sentenza, le statuizioni civili possono essere confermate anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione. Se la responsabilità dell’imputato per il danno è stata accertata nei gradi di merito, la vittima mantiene il diritto al risarcimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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