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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché l’imputata, condannata per furto, si è limitata a riproporre le stesse doglianze del precedente appello senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. La Corte ribadisce che un’impugnazione deve contenere una critica specifica e argomentata del provvedimento contestato, non una mera ripetizione di motivi già respinti.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico e ripetitivo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: un’impugnazione deve essere una critica specifica e puntuale alla sentenza contestata, altrimenti si configura un ricorso inammissibile. Questa pronuncia offre l’occasione per analizzare i requisiti di specificità dei motivi di ricorso e le conseguenze della loro mancanza.

I Fatti del Caso

Una persona era stata condannata in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato. La difesa aveva proposto ricorso per cassazione lamentando un’erronea applicazione della legge. Nello specifico, si contestava il fatto che alla propria assistita fosse stata negata la possibilità di beneficiare dell’estinzione del reato tramite le cosiddette condotte riparatorie, previste dall’articolo 162-ter del codice penale. L’imputata sosteneva di aver effettuato un’offerta di denaro alla persona offesa, ma i giudici di merito non l’avevano ritenuta idonea a integrare i requisiti di legge.

La Questione Giuridica: Requisiti di Ammissibilità dell’Impugnazione

Il nodo centrale della questione non riguarda il merito della condotta riparatoria, ma la struttura stessa dell’atto di ricorso presentato alla Corte di Cassazione. La difesa, infatti, si era limitata a riproporre le medesime argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Il ricorso non conteneva una critica specifica alle motivazioni con cui i giudici di secondo grado avevano spiegato perché l’offerta economica non potesse essere considerata una valida “offerta reale” ai sensi di legge.

L’Onere della Critica Specifica

Gli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale stabiliscono, a pena di inammissibilità, che i motivi di impugnazione debbano indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta. Questo significa che l’appellante non può limitarsi a esprimere un generico dissenso, ma deve avviare un confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata, evidenziandone gli errori o le lacune.

La Decisione della Corte e il principio del ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che la funzione tipica dell’impugnazione è proprio quella della critica argomentata. Se il ricorso si limita a riprodurre le stesse doglianze già esaminate e respinte nel grado precedente, senza confrontarsi con la motivazione della sentenza d’appello, viene meno la sua unica funzione. Un atto così strutturato non è in grado di innescare una revisione critica da parte del giudice superiore, risultando quindi inutile e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Il confronto con la sentenza impugnata è il contenuto essenziale dell’atto di impugnazione. Mancando questo confronto, l’atto perde la sua funzione processuale. La Corte ha chiarito che non è sufficiente lamentare una presunta carenza o illogicità della motivazione in modo generico; è necessario indicare con precisione dove e perché la decisione del giudice inferiore sarebbe errata, dialogando direttamente con le sue argomentazioni. Reiterare le stesse critiche senza affrontare le risposte già fornite dalla Corte d’Appello equivale a non impugnare affatto.

Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un monito importante per la pratica forense. La redazione di un atto di impugnazione richiede un’analisi approfondita e critica della sentenza che si intende contestare. Non è una mera riproposizione di tesi difensive, ma un dialogo argomentativo con la decisione giudiziaria. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a carico del ricorrente. Pertanto, la specificità e la pertinenza dei motivi non sono semplici formalità, ma requisiti sostanziali che determinano l’esito stesso del giudizio di impugnazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate in appello, senza confrontarsi criticamente con le specifiche motivazioni della sentenza impugnata, venendo meno così alla sua funzione essenziale.

Qual è la funzione tipica di un atto di impugnazione secondo la Corte?
Secondo la Corte, la funzione tipica dell’impugnazione è quella della critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce. L’atto deve contenere un confronto puntuale con le argomentazioni della decisione contestata, indicando le specifiche ragioni di diritto e gli elementi di fatto che ne giustificano la riforma.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, 3.000,00 euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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