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Ricorso inammissibile: quando l’appello è aspecifico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per violazione del Codice della Strada. La decisione si fonda sulla aspecificità dei motivi di ricorso, ritenuti generici e non adeguatamente argomentati, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza dei Motivi Specifici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede rigore e precisione. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando i motivi addotti sono generici e non si confrontano criticamente con la decisione impugnata. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti di ammissibilità di un’impugnazione e le conseguenze del loro mancato rispetto.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale per il reato previsto dall’articolo 116 del Codice della Strada, aggravato dalla recidiva nel biennio. La sentenza di primo grado è stata integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Bologna. Avverso quest’ultima decisione, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, incentrando apparentemente l’appello sulla richiesta di sostituzione della pena detentiva con una pecuniaria.

La Decisione della Corte

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione ha impedito ai giudici di entrare nel merito della questione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale. I giudici hanno rilevato che i motivi del ricorso erano aspecifici, ovvero privi di una reale enunciazione e argomentazione dei rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto e di diritto che avevano sostenuto la sentenza della Corte d’Appello.

La Genericità dei Motivi

Secondo la Cassazione, l’atto di impugnazione si limitava a una “generica censura”, senza sviluppare un confronto puntuale con la motivazione della sentenza impugnata. Questo vizio è stato considerato così grave da rendere il ricorso non meritevole di un esame nel merito. La Corte ha richiamato importanti precedenti giurisprudenziali, tra cui la nota sentenza “Galtelli” delle Sezioni Unite, che ha fissato i paletti sul contenuto essenziale dell’atto di impugnazione, principi applicabili anche al ricorso per cassazione.

Mancata Correlazione con l’Appello

Un ulteriore elemento di debolezza del ricorso risiedeva nel fatto che la critica generica non era neppure chiaramente collegata al tema specifico che era stato devoluto con l’appello originario, cioè la sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria. Questa scollatura tra l’oggetto della doglianza e l’argomentazione ha contribuito a sigillare la sorte del ricorso.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio cardine per chi opera nel diritto: un ricorso, per essere efficace, deve essere un dialogo critico e argomentato con la decisione che si contesta. Non è sufficiente esprimere un dissenso generico, ma è necessario smontare, punto per punto, il ragionamento del giudice precedente, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi di motivazione. La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità, ma una sanzione processuale che comporta conseguenze economiche significative per il ricorrente. Questo caso serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione specifici, pertinenti e solidamente motivati per evitare di incorrere in un ricorso inammissibile.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile, ai sensi dell’art. 606, comma 3, cod. proc. pen., quando è proposto per motivi aspecifici, cioè privi di una chiara enunciazione e argomentazione delle critiche rivolte alle ragioni di fatto o di diritto della decisione impugnata.

Cosa si intende per ‘motivi aspecifici’ in un ricorso?
Per ‘motivi aspecifici’ si intende una censura generica che non si confronta in modo puntuale con la motivazione della sentenza contestata. In pratica, il ricorso non spiega dettagliatamente perché la decisione del giudice precedente sarebbe errata, limitandosi a un dissenso non argomentato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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