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Ricorso inammissibile: quando l’appello è aspecifico?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché le censure del ricorrente non si confrontano specificamente con le motivazioni della sentenza d’appello. Il caso riguardava la violazione di una prescrizione e la richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto. La Corte ha confermato la condanna e ha aggiunto il pagamento delle spese e di una somma alla cassa delle ammende, sottolineando l’importanza di un’impugnazione mirata e non generica.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Spiega l’Importanza della Specificità dei Motivi

Quando si presenta un’impugnazione, in particolare davanti alla Corte di Cassazione, non è sufficiente lamentare genericamente l’ingiustizia di una sentenza. È fondamentale che i motivi del ricorso siano specifici, ovvero che contestino punto per punto le argomentazioni del giudice precedente. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile per aspecificità, confermando la condanna del ricorrente e aggiungendo un’ulteriore sanzione pecuniaria. Questo caso sottolinea una regola procedurale cruciale: un ricorso generico è destinato al fallimento.

I Fatti del Processo: dalla Condanna alla Richiesta di non Punibilità

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per la contravvenzione prevista dall’art. 75 del D.Lgs. 159/2011, per aver violato le prescrizioni imposte dall’Autorità. La Corte d’Appello aveva confermato la sentenza di primo grado.

L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Secondo la difesa, la condotta era penalmente irrilevante e meritava di essere archiviata senza sanzioni.

L’Analisi della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha immediatamente dichiarato inammissibile. Il problema non risiedeva nel merito della richiesta, ma nella forma e nella sostanza dell’atto di impugnazione. Gli Ermellini hanno evidenziato come il ricorso non si confrontasse minimamente con le precise motivazioni addotte dalla Corte d’Appello per negare la tenuità del fatto. Si era limitato a riportare ampi principi giurisprudenziali sul ruolo della Cassazione, senza applicarli al caso concreto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che il giudice di secondo grado aveva fornito una risposta logica e coerente alle censure dell’appellante. La decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p. era stata ancorata a due elementi specifici:
1. La futilità dei motivi confessata dall’imputato stesso per aver violato la prescrizione di rientrare a casa.
2. L’esistenza di una precedente violazione delle prescrizioni imposte.

Da questi fatti, la Corte d’Appello aveva dedotto, con un ragionamento privo di vizi logici, una “allarmante insofferenza” dell’imputato verso il rispetto delle regole imposte dall’Autorità. Di conseguenza, l’offesa era stata giudicata “tutt’altro che tenue”. Il ricorso, non contestando questi specifici passaggi argomentativi, è risultato aspecifico e, quindi, manifestamente infondato. Un ricorso è specifico solo quando dialoga criticamente con la decisione che intende demolire; in caso contrario, si trasforma in un atto sterile.

Le Conclusioni

La declaratoria di ricorso inammissibile ha comportato due conseguenze negative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione aggiuntiva è prevista per i profili di colpa connessi alla presentazione di un’impugnazione “irrituale”, come stabilito dalla Corte Costituzionale (sent. n. 186/2000). La decisione ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, richiede rigore, precisione e un confronto diretto con le ragioni della sentenza impugnata, pena l’inammissibilità e sanzioni economiche.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma aggiuntiva, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende come sanzione per aver presentato un’impugnazione viziata.

Perché il ricorso è stato considerato ‘aspecifico’ in questo caso?
È stato ritenuto aspecifico perché non ha contestato direttamente le specifiche argomentazioni della Corte d’Appello. Invece di confutare i motivi per cui era stata negata la tenuità del fatto, il ricorso si è limitato a enunciare principi legali generali senza applicarli al caso concreto.

Su quali basi la Corte d’Appello aveva negato l’applicazione della ‘particolare tenuità del fatto’?
La Corte d’Appello ha negato tale beneficio basandosi sulla futilità dei motivi che avevano indotto l’imputato a trasgredire e su una precedente violazione delle prescrizioni, elementi da cui ha desunto una significativa insofferenza dell’imputato verso le regole dell’Autorità, giudicando l’offesa non tenue.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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