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Ricorso inammissibile: quando la pena è discrezionale

Un imputato, condannato per il reato di sostituzione di persona, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando una pena eccessiva a causa del mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione del giudice di merito sulla quantificazione della pena, se congruamente motivata sulla base della gravità del fatto e dei precedenti penali, non è sindacabile in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: I Limiti al Controllo sulla Quantificazione della Pena

Quando una sentenza di condanna diventa definitiva, spesso l’ultima speranza per l’imputato è il ricorso alla Corte di Cassazione. Tuttavia, non tutti i motivi di doglianza sono ammessi. Un caso recente ci offre l’occasione per approfondire il concetto di ricorso inammissibile, specialmente quando l’oggetto della contestazione è la presunta eccessività della pena inflitta. La Suprema Corte, con una recente ordinanza, ha ribadito i confini invalicabili del potere discrezionale del giudice di merito.

I Fatti del Caso: Una Condanna e un Ricorso sulla Pena

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il delitto di sostituzione di persona, previsto dall’art. 494 del codice penale. L’imputato, dopo la conferma della sua responsabilità in appello, seppur con una pena ridotta rispetto al primo grado, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione. L’obiettivo non era contestare la colpevolezza, ormai accertata, ma la misura della sanzione applicata.

Il Motivo del Ricorso: Quando la Pena è Considerata Troppo Alta

L’unico motivo di ricorso si concentrava su un presunto vizio di motivazione della sentenza d’appello. Secondo la difesa, la pena sarebbe stata eccessiva a causa del mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione di rivalutare gli elementi che, a dire del ricorrente, avrebbero dovuto portare a una pena più mite.

La Decisione della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. Questa decisione si basa su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il ruolo della Corte di legittimità non è quello di un terzo grado di giudizio nel merito.

le motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e congrua per la pena inflitta. I giudici di merito avevano esercitato correttamente il loro potere discrezionale, come previsto dall’art. 133 del codice penale, bilanciando gli elementi a disposizione. In particolare, avevano dato un peso preponderante alla gravità del fatto e ai precedenti penali dell’imputato, anche specifici. La Cassazione ha sottolineato che tale valutazione non può essere censurata semplicemente prospettando una diversa lettura degli elementi di fatto, che la difesa riteneva meritevoli di maggior considerazione. L’iter logico seguito dal giudice di merito non presentava vizi di legittimità, come illogicità manifesta o violazione di legge, unici aspetti che avrebbero potuto aprire le porte a un annullamento.

le conclusioni

La pronuncia riafferma che la quantificazione della pena rientra nell’ampia discrezionalità del giudice di merito. Il ricorso in Cassazione su questo punto è consentito solo se la motivazione è assente, palesemente illogica o contraddittoria, ma non per contestare l’opportunità della decisione. Dichiarando il ricorso inammissibile, la Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale quando l’impugnazione è viziata da colpa, a causa della sua evidente e prevedibile infondatezza, fungendo da deterrente contro ricorsi meramente dilatori o pretestuosi.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza solo perché si ritiene la pena eccessiva?
No, non è possibile contestare semplicemente l’entità della pena. Il ricorso è ammesso solo se si dimostra che la motivazione del giudice è assente, manifestamente illogica, contraddittoria o in violazione di legge, e non per una diversa valutazione degli elementi di fatto.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile in ambito penale?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, se si ravvisa una colpa nella proposizione del ricorso (come in questo caso), anche al pagamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

Quali elementi considera il giudice per stabilire la pena?
Il giudice valuta diversi elementi indicati dall’articolo 133 del codice penale, tra cui la gravità del reato (modalità dell’azione, danno causato) e la capacità a delinquere del colpevole (precedenti penali, condotta di vita, motivi del reato).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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