LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando la fuga è resistenza attiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ricorso è stato ritenuto generico poiché si limitava a riproporre argomenti già confutati, tentando di far passare una fuga pericolosa per mera resistenza passiva. La Suprema Corte ha ribadito che non è possibile ottenere un nuovo esame dei fatti in sede di legittimità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Resistenza Attiva

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto processuale penale: i limiti del ricorso in sede di legittimità. La Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile, presentato da un imputato contro una sentenza di condanna della Corte d’Appello, ribadendo un principio fondamentale: la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il caso specifico riguardava la qualificazione di una fuga pericolosa come resistenza a pubblico ufficiale.

I Fatti di Causa: Una Fuga Pericolosa in Città

La vicenda processuale trae origine da una condotta posta in essere dall’imputato, il quale, per sottrarsi a un controllo, si dava alla fuga. La Corte d’Appello di Bari, nella sua sentenza, aveva già stabilito che tale fuga non poteva essere considerata una semplice ‘resistenza passiva’. Sulla base della relazione di servizio e delle altre prove acquisite, i giudici di merito avevano evidenziato le modalità concrete dell’azione: una guida spericolata che aveva creato un pericolo effettivo per un gran numero di altri veicoli e pedoni. La condotta, quindi, era stata correttamente qualificata come resistenza attiva, integrando il reato contestato.

Il Ricorso in Cassazione e la Genericità dei Motivi

L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, proponeva ricorso per Cassazione. La sua difesa si basava su una tesi precisa: la sua condotta andava interpretata come mera resistenza passiva e non attiva. Per sostenere ciò, il ricorrente tentava una ‘parziale estrapolazione di frammenti del compendio probatorio’, cercando di attribuire un significato diverso agli elementi già attentamente valutati dalla Corte territoriale. In sostanza, chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare le prove e di fornire una nuova interpretazione dei fatti.

Le Motivazioni della Cassazione: No a un Ricorso Inammissibile e Generico

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato completamente la linea difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni della decisione sono nette e si basano su principi consolidati della procedura penale.

Innanzitutto, il ricorso è stato definito ‘generico’ e ‘riproduttivo di identica censura’ già adeguatamente confutata dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che non è ammissibile riproporre le stesse argomentazioni fattuali sperando in un esito diverso. Il ricorso per Cassazione deve, infatti, evidenziare vizi di legittimità (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), non contestare l’apprezzamento dei fatti compiuto dai giudici di merito.

In secondo luogo, i giudici hanno ribadito che la valutazione della Corte d’Appello era solida e ben motivata. Quest’ultima aveva correttamente escluso la configurabilità della mera resistenza passiva, valorizzando le concrete e pericolose modalità della fuga, che integravano pienamente gli estremi della resistenza punibile.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma un importante principio: il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito. Gli imputati e i loro difensori devono essere consapevoli che un ricorso basato esclusivamente sulla richiesta di una nuova e diversa valutazione delle prove è destinato all’inammissibilità. Per avere successo in sede di legittimità, è necessario individuare e argomentare specifici errori di diritto commessi dal giudice precedente. La conseguenza della dichiarazione di inammissibilità è severa: non solo la sentenza di condanna diventa definitiva, ma il ricorrente viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso ammonta a tremila euro.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando si limita a riproporre le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte di Appello, senza individuare specifici vizi di legittimità della sentenza impugnata, trasformandosi di fatto in una richiesta di riesame dei fatti.

Qual è la differenza tra resistenza passiva e resistenza attiva secondo questa ordinanza?
L’ordinanza chiarisce che una fuga attuata creando un concreto pericolo per numerose auto e pedoni non costituisce una ‘mera resistenza passiva’, ma una forma di resistenza attiva punibile, poiché le modalità della condotta superano la semplice non collaborazione e si traducono in un’azione pericolosa.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, oltre a rendere definitiva la sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati