Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Dovere di Critica Specifica
Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente dissentire. È necessario costruire una critica precisa e motivata. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché considerato solo ‘apparente’. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti di specificità che un’impugnazione deve possedere per essere esaminata nel merito, specialmente quando si contestano elementi di prova come le testimonianze.
I Fatti e il Ricorso in Esame
Il caso trae origine da una condanna per rapina, aggravata dall’uso di un’arma. L’imputato, dopo la conferma della condanna in Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava la sussistenza della circostanza aggravante legata all’uso di un taglierino durante il crimine.
La difesa sosteneva che vi fosse una contraddizione palese nelle testimonianze rese dai cassieri presenti al momento della rapina. In particolare, si evidenziava una discrepanza circa la presenza effettiva del taglierino nella mano destra del rapinatore. Secondo il ricorrente, questa incertezza probatoria avrebbe dovuto portare all’esclusione dell’aggravante. Tuttavia, il ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza sviluppare una nuova e autonoma linea critica contro le motivazioni della Corte territoriale.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. La decisione si basa su un concetto chiave del diritto processuale: la specificità dei motivi di ricorso. Secondo i giudici, il ricorso presentato era una ‘pedissequa reiterazione’ di quanto già dedotto in appello. Non assolveva alla sua funzione tipica, che è quella di una ‘critica argomentata’ avverso la sentenza impugnata.
La Suprema Corte ha spiegato che il ricorso deve essere specifico e non solo apparente. Nel caso di specie, la presunta contraddizione nelle testimonianze era, secondo la Corte, facilmente superabile. I giudici hanno osservato che la cassiera direttamente minacciata dal rapinatore, trovandosi faccia a faccia con il malvivente, avesse avuto comprensibilmente meno tempo e lucidità per rendersi conto di ogni dettaglio della situazione rispetto ad altri testimoni. Questa considerazione logica, già implicitamente valutata dalla Corte di merito, risolveva la discrepanza e rendeva il motivo di ricorso privo di reale consistenza. Il ricorso, omettendo di confrontarsi con questa logica, si è rivelato non uno strumento di critica, ma un tentativo generico di rimettere in discussione l’intera valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.
Le Conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, conferma che il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito dove poter riesaminare le prove. La sua funzione è controllare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. In secondo luogo, un ricorso, per superare il vaglio di ammissibilità, deve contenere una critica puntuale e specifica, capace di individuare con precisione il vizio della decisione precedente. La semplice riproposizione di argomenti già vagliati e respinti non è sufficiente e porta a una declaratoria di ricorso inammissibile.
Questa pronuncia serve da monito: la redazione di un’impugnazione richiede un’analisi approfondita e mirata della sentenza che si intende contestare. In caso contrario, le conseguenze sono la definitiva chiusura del processo e la condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso in esame.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è fondato su motivi che si limitano a ripetere argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti e se omette di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, risultando così solo una critica ‘apparente’.
Una contraddizione nelle testimonianze rende automaticamente un ricorso fondato?
No, non necessariamente. In questo caso, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la contraddizione tra le testimonianze fosse facilmente spiegabile con la diversa posizione e lo stato emotivo del testimone più vicino al rapinatore, e quindi non era un elemento sufficiente a rendere fondato il motivo di ricorso.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 252 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 252 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 03/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a CATANIA il 03/01/1982
avverso la sentenza del 20/02/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di Castelli Salvatore,
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con il quale si contesta la sussistenza de circostanza aggravante di cui all’art. 628 co.3 cod. pen., è indeducibile perché fondato motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appe puntualmente disattesi dalla corte di merito, nella parte in cui evidenzia che la contraddizi nelle testimonianze dei cassieri circa la presenza di un taglierino nella mano des dell’imputato si spiega facilmente se si considera che il rapinatore si era diretto subito ve cassa cui era addetta la COGNOME la quale, quindi, trovandosi davanti il malvivente, eb meno tempo e meno lucidità per rendersi conto della situazione;
che, per tale ragione, lo stesso deve considerarsi non specifico ma soltanto apparente, in quanto omette di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenz oggetto di ricorso;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 3 dicembre 2024
Il Consigliere estensore
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