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Ricorso inammissibile: quando la confusione costa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per ricettazione. La decisione si fonda sulla presentazione caotica e confusa dei motivi di appello, che violano il principio di specificità richiesto dalla legge. Questo caso evidenzia come la mancanza di chiarezza nell’esposizione delle doglianze possa portare al rigetto del ricorso e a sanzioni economiche per il ricorrente.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Chiarezza

Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione richiede rigore e, soprattutto, chiarezza. Un ricorso inammissibile per genericità non è solo un’occasione persa, ma può comportare anche conseguenze economiche. Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 5197/2025) ci offre un esempio lampante di come una esposizione caotica dei motivi di ricorso possa essere fatale per l’esito del giudizio, confermando un orientamento giurisprudenziale consolidato.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna all’Impugnazione

Il caso trae origine da una condanna per il reato di ricettazione, emessa dal Tribunale di Castrovillari e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Catanzaro. L’imputato, tramite il suo legale, decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando una serie di vizi della sentenza di secondo grado.

Le doglianze sollevate erano molteplici e spaziavano dalla violazione di legge all’illogicità della motivazione, dalla violazione del diritto di difesa alla mancata valutazione della richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto (ex art. 131-bis c.p.). Tuttavia, il problema non risiedeva tanto nel merito delle singole censure, quanto nel modo in cui queste erano state presentate.

Il Problema del Ricorso Inammissibile: L’Esposizione Caotica dei Motivi

Il cuore della decisione della Cassazione risiede proprio nella valutazione formale dell’atto di impugnazione. I Giudici di legittimità hanno rilevato che i vari argomenti erano stati esposti ‘confusamente’, senza un ordinato inquadramento logico e giuridico. Questa presentazione caotica rendeva estremamente difficile, se non impossibile, per la Corte esercitare il proprio controllo di legittimità sulla sentenza impugnata.

La Genericità come Vizio Fatale

La Corte ribadisce un principio fondamentale: la genericità, che conduce all’inammissibilità, non si limita alla mancanza di specificità delle singole censure. Essa comprende anche un tenore espositivo ‘confuso e scarsamente perspicuo’, tale da rendere la lettura dell’atto disagevole e da non consentire una critica ragionata e comprensibile del provvedimento contestato.

La Decisione della Corte di Cassazione

In applicazione di questi principi, la Seconda Sezione Penale ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ritenuto che l’impugnazione, così come concepita e strutturata, violasse l’esigenza di un ordinato inquadramento delle ragioni di censura, esulando da un percorso logico e motivazionale comprensibile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Viene citata espressamente la sentenza ‘Hussien’ (n. 7801/2014) e altre conformi, secondo cui ‘è inammissibile, per difetto di specificità, il ricorso per cassazione fondato su una caotica esposizione delle doglianze’. La funzione della Corte di Cassazione è quella di giudicare la correttezza giuridica della decisione impugnata sulla base di critiche chiare e specifiche, non di decifrare un testo confuso per estrapolarne i possibili motivi di gravame. La mancanza di un’esposizione chiara e ordinata rende l’atto inidoneo a raggiungere il suo scopo.

Le Conclusioni

Le conclusioni della vicenda sono nette e severe. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, ravvisando una colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (ossia, la presentazione di un ricorso palesemente viziato), la Corte lo ha condannato al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sentenza rappresenta un monito importante sull’obbligo di redigere gli atti processuali con chiarezza, specificità e rigore logico, pena la loro inefficacia e l’imposizione di sanzioni.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi di impugnazione sono stati presentati in modo caotico, confuso e disordinato, violando il principio di specificità richiesto dall’art. 606 c.p.p.

Cosa si intende per ‘genericità’ di un ricorso in questo contesto?
Per genericità non si intende solo la mancanza di specificità delle singole doglianze, ma anche un’esposizione confusa e poco chiara che rende la lettura dell’atto particolarmente difficile e impedisce una critica ragionata della sentenza impugnata.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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