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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non decide

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per tentato furto pluriaggravato. La decisione si fonda sul principio che la Corte di legittimità non può rivalutare i fatti o le prove, compito esclusivo dei giudici di merito. Viene inoltre confermata l’esclusione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, a causa dei danni materiali provocati durante il tentativo di furto.

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Pubblicato il 28 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio sui Fatti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito uno dei principi cardine del nostro sistema processuale: il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio, ma di un organo di legittimità. Questo significa che non può riesaminare i fatti di una causa. La vicenda, che ha portato a dichiarare il ricorso inammissibile, riguarda un caso di tentato furto aggravato e offre importanti spunti di riflessione sui limiti dell’impugnazione davanti alla Suprema Corte.

Il Caso: Tentato Furto e Appello in Cassazione

I fatti alla base della decisione riguardano un imputato condannato in primo e secondo grado per il reato di tentato furto pluriaggravato. Secondo le ricostruzioni dei giudici di merito, l’individuo si era introdotto illecitamente in alcuni locali e, dopo aver rovistato in diversi cassetti, aveva tentato di impossessarsi di materiale sanitario. Durante l’azione, aveva inoltre causato la rottura di tre infissi.

Non soddisfatto della sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali.

I Motivi del Ricorso e le Obiezioni della Difesa

La difesa ha articolato il ricorso su due fronti:

1. Errata valutazione delle prove: L’imputato ha sostenuto che i giudici di merito avessero interpretato erroneamente le prove, proponendo una ricostruzione alternativa dei fatti riguardo le ragioni della sua presenza nei locali.
2. Errata applicazione delle circostanze: La difesa ha contestato la mancata applicazione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) e il giudizio di bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, ritenuto sfavorevole.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. Le argomentazioni della Suprema Corte sono fondamentali per comprendere i confini del suo intervento.

Il Divieto di “Rilettura” dei Fatti nel ricorso

Con riferimento al primo motivo, la Corte ha sottolineato un principio consolidato: il giudizio di legittimità non consente una “rilettura” degli elementi di fatto. La valutazione delle prove e la ricostruzione della dinamica degli eventi sono compiti esclusivi del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Proporre una diversa interpretazione delle risultanze processuali equivale a chiedere alla Cassazione un nuovo giudizio di fatto, che per legge non le compete. Qualsiasi vizio relativo alla valutazione della prova, per essere rilevante in Cassazione, deve tradursi in un errore di diritto o in un vizio logico manifesto della motivazione, non in una semplice divergenza interpretativa.

Le Questioni non Sollevate in Appello

Per quanto riguarda la contestazione su una delle circostanze aggravanti, la Corte ha rilevato un altro vizio procedurale: la questione non era stata sollevata con la dovuta specificità nel precedente atto di appello. È un principio generale che non possano essere dedotte in Cassazione questioni nuove, che non siano state sottoposte all’esame del giudice del gravame, a meno che non si tratti di questioni rilevabili d’ufficio.

La Valutazione delle Circostanze

Infine, la Corte ha giudicato manifestamente infondata la doglianza sulla mancata concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità. La giurisprudenza costante richiede che il danno patrimoniale sia “lievissimo, ossia di valore economico pressoché irrisorio”. Nel caso di specie, oltre al valore del materiale che si intendeva sottrarre, era stato causato un danno concreto con la rottura di tre infissi. Questo danno patrimoniale aggiuntivo esclude di per sé la possibilità di qualificare il pregiudizio come di speciale tenuità, a prescindere dalla capacità economica della persona offesa di far fronte alla spesa.

Anche il giudizio di bilanciamento tra circostanze è stato ritenuto incensurabile, poiché frutto di una valutazione discrezionale del giudice di merito, sorretta da una motivazione sufficiente e non illogica.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce con chiarezza i paletti del giudizio di Cassazione. Chi intende presentare un ricorso deve concentrarsi sulla denuncia di violazioni di legge o di vizi logici macroscopici nella motivazione, senza sperare in una terza valutazione del merito della vicenda. La decisione evidenzia anche l’importanza di formulare in modo completo e specifico tutti i motivi di doglianza sin dal giudizio d’appello. Infine, conferma un’interpretazione rigorosa dell’attenuante del danno di speciale tenuità, che tiene conto di ogni effetto pregiudizievole derivante dal reato, inclusi i danni materiali collaterali.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità, controllando solo la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. La valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti sono di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Quando un danno può essere considerato di “speciale tenuità” per ottenere l’attenuante?
Secondo la giurisprudenza, il danno deve essere di valore economico pressoché irrisorio. Nel calcolo del danno rientrano non solo il valore della cosa sottratta (o che si è tentato di sottrarre), ma anche gli ulteriori effetti pregiudizievoli, come i danni materiali causati per commettere il reato (es. rottura di infissi).

Si possono presentare nuovi motivi di ricorso per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione?
No, di regola non è consentito. Le questioni su cui si chiede alla Cassazione di pronunciarsi devono essere state già devolute alla cognizione del giudice d’appello con la dovuta specificità, a meno che non si tratti di questioni che il giudice può rilevare d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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