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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto aggravato. L’appello è stato respinto perché i motivi erano una mera riproposizione di censure già valutate e perché contestavano la discrezionalità del giudice di merito sulla pena, senza evidenziare vizi di manifesta illogicità.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

L’ordinanza in esame offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le ragioni che portano a dichiarare un ricorso inammissibile. Spesso si crede che ogni sentenza possa essere riesaminata all’infinito, ma la Corte di Cassazione ha paletti ben precisi. In questo caso, un imputato condannato per tentato furto aggravato si è visto respingere l’appello per motivi procedurali che meritano un’attenta analisi.

I Fatti Processuali

Un individuo, condannato in primo grado dal Tribunale per tentato furto aggravato in concorso, con l’aggravante della recidiva specifica infraquinquennale, ha proposto appello. La Corte d’Appello ha parzialmente riformato la sentenza: pur confermando la colpevolezza, ha riconosciuto una circostanza attenuante, l’ha giudicata equivalente alle aggravanti contestate e ha rideterminato la pena. Nonostante questa parziale vittoria, l’imputato ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, contestando la valutazione sulla recidiva e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

I Motivi del Ricorso Inammissibile

Il ricorso presentato alla Suprema Corte si fondava essenzialmente su due punti:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione sulla recidiva: L’imputato sosteneva che la Corte d’Appello non avesse motivato adeguatamente il riconoscimento della recidiva.
2. Carenza di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche: Si lamentava che i giudici di secondo grado non avessero spiegato a sufficienza perché non erano state concesse le attenuanti generiche, che avrebbero potuto portare a un’ulteriore riduzione della pena.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto entrambi i motivi non idonei a superare il vaglio di ammissibilità, portando a una declaratoria di ricorso inammissibile.

La Decisione della Corte: Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato in modo chiaro e netto perché il ricorso non potesse essere accolto. La decisione si basa su principi consolidati della procedura penale che definiscono i confini del giudizio di legittimità.

La Ripetitività dei Motivi

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato meramente riproduttivo di censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni, ma è necessario un confronto critico e specifico con le ragioni esposte nella sentenza impugnata. In assenza di questo confronto, il motivo risulta generico e, quindi, inammissibile.

I Limiti del Sindacato sulla Pena

Per quanto riguarda il secondo motivo, relativo alle attenuanti generiche, la Corte ha ribadito un principio cardine: la determinazione del trattamento sanzionatorio è un’attività che rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Il giudice di legittimità, ovvero la Cassazione, non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di primo e secondo grado. L’intervento della Suprema Corte è consentito solo in casi eccezionali, ovvero quando la motivazione è manifestamente illogica o arbitraria. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano adempiuto al loro onere motivazionale, rendendo la censura inammissibile.

Conclusioni: Cosa Impariamo da Questo Caso sul Ricorso Inammissibile?

Questa ordinanza è emblematica per comprendere la funzione della Corte di Cassazione. Non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti, ma un organo che vigila sulla corretta applicazione della legge. Un ricorso, per avere successo, non può limitarsi a contestare genericamente la decisione, ma deve individuare vizi specifici di violazione di legge o di manifesta illogicità della motivazione. La mera riproposizione di argomenti già disattesi o la contestazione di valutazioni discrezionali del giudice di merito, come la quantificazione della pena, conduce quasi inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Perché la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni: in primo luogo, i motivi presentati erano una semplice ripetizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, senza un confronto specifico con la motivazione di quest’ultima; in secondo luogo, le censure riguardavano aspetti, come la valutazione della recidiva e la concessione delle attenuanti generiche, che rientrano nella discrezionalità del giudice di merito e non sono sindacabili in Cassazione se non per manifesta illogicità, qui non riscontrata.

È possibile contestare in Cassazione la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche?
Secondo l’ordinanza, la contestazione del trattamento sanzionatorio, inclusa la mancata concessione delle attenuanti generiche, non è ammissibile in sede di legittimità. Questa valutazione è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito e può essere censurata solo se la decisione è arbitraria o la motivazione è palesemente illogica, cosa che non è avvenuta nel caso di specie.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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